Operazione antiusura: arrestate 15 persone. Tassi fino al 260%


Hanno tutti più di 60 anni, qualcuno anche più di 80, gli usurai arrestati ieri dalla guardia di finanza di Rimini.
Quattro sono in carcere. Altri 10, tra cui 4 donne, sono ai domiciliari per motivi di età o perchè coinvolti con ruoli minori. 1 ha l’obbligo di dimora.
Tra i 25 indagati anche il direttore di una banca e due impiegati di uffici protesti notarili che segnalavano agli usurai i clienti in difficoltà.
L’indagine è partita nel 2006 da una segnalazione della Banca d’Italia su un ex barbiere di 72 anni, che pur percependo 430 euro di pensione al mese e dichiarando in 16 anni entrate per soli 44mila euro, era titolare di numerosi conti bancari su cui movimentava milioni di euro. Analizzando i versamenti su uno dei suoi libretti la guardia di finanza è risalita a una vittima, il titolare di una società di pulizie in grave difficoltà economica, che nel giro di alcuni mesi si è rivolto a tutti i principali usurai riminesi.
Attraverso intercettazioni e documenti finanziari, la gdf ha individuato una rete di 25 persone, tra strozzini, intermediari e prestanome, che concedeva prestiti con tassi fino al 260%.
La modalità più diffusa era l’erogazione di contante in cambio di assegni postdatati dall’importo superiore. Ma le tecniche sono disparate. Un 79enne artigiano di Piazza Malatesta, ad esempio, faceva aprire conti correnti a barboni ripuliti e in cambio di 500 euro si faceva consegnare i relativi libretti di assegni firmati in bianco, per poi rivenderli a 300euro l’uno a impreditori in difficoltà che li presentavano come garanzia in banca.
Al momento della riscossione, erano implacabili. A una vittima è stata venduta la casa all’asta e incendiato il bar, mentre un altro è stato costretto a vendere l’albergo ereditato dai genitori.
La Guardia di Finanza invita chiunque sia vittima di usura a presentare denuncia e accedere al fondo antiusura istituito in prefettura.
Un fondo che sarà alimentato anche dai beni sequestrati agli arrestati: due auto, quote di società proprietarie di tre supermercati a Rimini, Bellaria e Pesaro, e 70.000 euro in titoli bancari.
(Newsrimini)