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tensione in aula

Omicidio Tucci, il padre della vittima: “Voglio vedere negli occhi chi l’ha ucciso”

In foto: il papà di Tucci di spalle con lo sguardo rivolto verso l’imputato
il papà di Tucci di spalle con lo sguardo rivolto verso l’imputato
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura 2 min
Mer 13 Mar 2024 17:16 ~ ultimo agg. 14 Mar 13:30
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Prima che iniziasse l’udienza, si è diretto verso colui che lo scorso 11 giugno causò la morte di suo figlio all’esterno del Frontemare di Rimini: “Voglio vedere negli occhi chi l’ha ucciso per niente”, dice ad alta voce Claudio Tucci, papà di Giuseppe, costituitosi parte civile attraverso l’avvocato Marco Ditroia. Sono i poliziotti a trattenerlo e a invitarlo a non perdere la calma. Dietro i vetri antiproiettile del gabbiotto c’è l’imputato, Klajdi Mjeshtri, 29enne albanese che quella sera lavorava nel locale di Miramare come buttafuori senza contratto, né abilitazione. Testa e sguardo bassi, nessuna intenzione di rispondere alle parole comprensibilmente cariche di rabbia pronunciate da un genitore che si è visto uccidere il figlio di 34 anni per una banale lite.

Gli avvocati Ippoliti e Orrù e alle loro spalle Mjeshtri

Per il pubblico ministero Davide Ercolani, Mjeshtri, stazza imponente ed esperto di boxe, si è accanito contro Tucci senza pietà, uccidendolo. Cinque i pugni scagliati contro il vigile del fuoco in servizio a Rimini: i primi due diretti tra zigomo e tempia, poi altri due al fianco e uno alla testa, come si evince anche dalla relazione stilata dalla dottoressa Donatella Fedeli, consulente della Procura. Da qui l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla minorata difesa. Di tutt’altro avviso la tesi difensiva: ad essere fatali al 34enne foggiano non sarebbero stati i pugni sferrati dal buttafuori, bensì il successivo impatto con l’asfalto. “Non volevo ucciderlo”, ha sostenuto fin dal principio Mjeshtri (difeso dagli avvocati Massimiliano Orrù e Piero Ippoliti), che spera di veder riqualificato il reato iniziale in quello giuridicamente meno grave di omicidio preterintenzionale.

Il gup di Rimini, Vinicio Cantarini, nel frattempo ha ammesso il rito abbreviato condizionato alla perizia che stilerà il consulente che lui stesso nominerà nelle prossime settimane. In tribunale questa mattina, a pochi metri di distanza gli uni dagli altri, i familiari sia dell’imputato che della vittima: sui loro volti solo dolore e lacrime. La prossima udienza è fissata il 20 di marzo.

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