Omicidio Paganelli, respinte tutte le eccezioni sollevate dalla difesa


Seconda udienza questa mattina (lunedì 20 ottobre) del processo in Corte d'Assise per il delitto di Pierina Paganelli, che vede imputato per omicidio volontario aggravato il 35enne senegalese, Louis Dassilva, presente in aula, a fianco dei suoi difensori, Riario Fabbri e Andrea Guidi, con un completo giacca color avio e papillon.
In apertura la Corte si è espressa sulle questioni preliminari avanzate nella scorsa udienza dalla difesa, che riguardano: la nullità dell'incidente probatorio di Manuela Bianchi; la nullità del decreto che dispone il giudizio perché non sarebbero state fornite alla difesa alcune intercettazioni; la nullità delle aggravanti così come formulate dall'accusa; la tardività delle autorizzazioni in merito alle intercettazioni ambientali nella sala d'aspetto della questura di Rimini, ovvero quelle riguardanti i dialoghi registrati tra l'ex amante Manuela Bianchi e l'imputato Louis Dassilva. La presidente Fiorella Casadei ha rigettato tutte e quattro le eccezioni sollevate dai difensori di Dassilva. Respinta anche la richiesta da parte della difesa di ammissione al rito abbreviato, condizionato o semplice.
Risolte le questioni preliminari, si è ufficialmente aperto il dibattimento con la richiesta di ammissione dei testimoni. La difesa chiede alla Corte che venga risentita in aula Manuela Bianchi, poiché, non avendo a disposizione all'epoca dell'incidente probatorio tutti gli atti, non sarebbe stato possibile toccare determinati temi e aspetti. Il secondo teste che la difesa chiede venga ammesso è Valeria Bartolucci, moglie di Louis Dassilva. Il terzo è Loris Bianchi, fratello di Manuela. Il quarto è la figlia di Manuela Bianchi, Saponi Giorgia. Il quinto Giuliano Saponi, figlio di Pierina Paganelli e marito di Manuela Bianchi. Tra i testi citati dalla difesa anche gli altri due figli, di Pierina, Giacomo e Chiara Saponi.
Chiesto, sempre dalla difesa, un confronto in aula tra Louis e Manuela, alla presenza di un interprete in lingua wolof. Una richiesta, quella di avere un interprete in un eventuale confronto, "inconcepibile" per il pubblico ministero Daniele Paci, dal momento che "Dassilva comprende e parla bene la lingua italiana".