Omicidio Paganelli. Fine indagini per Dassilva: omicidio con premeditazione


Motivi abbietti; crudeltà nei confronti della vittima; aver commesso il fatto in orario notturno e approfittando delle condizioni di tempo, di luogo e di persona, tali da ostacolare la privata difesa; premeditazione. Sono le quattro aggravanti che il sostituto procuratore Daniele Paci, che ha coordinato le indagini della Squadra Mobile di Rimini, contesta a Louis Dassilva, unico indagato per l'omicidio volontario di Pierina Paganelli. Il 415 bis è stato notificato oggi (lunedì) ai legali di Dassilva, gli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi, che ora potranno chiedere copia di tutti gli atti di indagine messi insieme dall'accusa. Il vero elemento di novità riguarda l'aggravante della premeditazione. Secondo la Procura, Dassilva avrebbe preordinato nei minimi dettagli le modalità e i mezzi per assicurare al suo piano criminoso una possibilità di riuscita, ovvero uccidere la 78enne come poi è stato. Escluso, quindi, dall'accusa il delitto d'impeto.
"Oggi il dolore della famiglia della vittima e la lunga attesa della verità raggiungono un punto fermo attraverso la concretizzazione del lavoro degli Inquirenti - affermano i legali Monica e Marco Lunedei che assistono i figli della Paganelli -. Ora attendiamo che il processo accerti in via definitiva quanto accaduto la notte del 03 ottobre 2023, cristallizzando il nome ed il volto dell'assassino della povera signora Paganelli e di chi lo abbia eventualmente favorito dopo la commissione del reato".
Il 35enne senegalese, che nel frattempo ha lasciato l'ospedale di Rimini e da sabato scorso è tornato nel carcere dei Casetti, resta in attesa della nuova udienza fissata il prossimo 22 maggio davanti al Tribunale del Riesame di Bologna, chiamato a discutere la richiesta di scarcerazione avanzata dai suoi legali. Difficile che i giudici bolognesi, che avevano già espresso per due volte parere contrario, decidano di rimettere Dassilva in libertà. Se così non fosse, i suoi difensori potrebbero ricorrere nuovamente in Cassazione.
Nessun avviso conclusione indagini, al momento, per Manuela Bianchi, indagata dalla procura di Rimini per favoreggiamento personale. La donna, assistita dallo studio legale Barzan, nel corso del lungo incidente probatorio, spalmato su tre giorni, aveva aggravato la posizione dell'ex amante, accusandolo di averla attesa la mattina del ritrovamento del cadavere della 78enne nel garage di via del Ciclamino e di averle dato istruzioni su come comportarsi e cosa dire a soccorritori e polizia. Una versione che è diventata il principale (ma non l'unico) elemento d'accusa della Procura nei confronti del senegalese.