Nuovo mercato ittico. Comitato: opera dannosa per tessuto urbano e residenti


La scorsa settimana in commissione consigliare a Rimini è stato presentato il progetto di fattibilità per il nuovo Mercato Ittico in via Sinistra del Porto, già ratificato dalla Conferenza dei Servizi. Si tratta di un’opera da nove milioni di euro, di cui sette da fondi ministeriali e due dall’avanzo di bilancio del comune.
Contro il progetto, che raccoglie il favore di pescatori e ristoratori, si battono però da tempo i residenti della zona riuniti nel Comitato di via Sinistra del Porto che hanno anche raccolto circa 700 firme.
"Si tratta di un'opera mastodontica, costosissima e palesemente dannosa per il tessuto urbano, l'ambiente e la qualità della vita dei residenti" scrive il comitato secondo cui "potenziare l'attuale mercato ittico in via Leurini spostandolo di appena 300 metri" è una "mossa che non risolverà alcuno dei problemi attuali di traffico rumore e parcheggi, ma li trasporterà in una zona ad alta densità residenziale. Addio alla fantomatica "riqualificazione": l'area verde, considerata "abbandonata" dal Comune (ma solo perché interclusa al passaggio!), sarà soffocata da una vera e propria colata di cemento e lamiera, un "hangar" enorme che deturperà una delle zone turistiche e residenziali più belle della città detta dai turisti il “Bosco verticale di Rimini"”.
I residenti evidenziano anche criticità urbanistiche. "L'area, sottoposta a vincolo paesaggistico e vicina a edifici storici di pregio come le casette degli ex pescatori, sarà violentata da un'opera che non rispetta il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) - affermano - e, ancor più grave, è chiaramente incoerente con gli obiettivi strategici del nuovo Piano Urbanistico Generale (PUG), avviato dal Comune stesso solo pochi mesi fa! Non segue nessuno dei principi ribaditi in più incontri proprio dal Piano del Verde del Comune come quelli sulle isole di calore, sulla permeabilità del suolo e la necessità di desigillare aree impermeabilizzate. Come può un'Amministrazione promuovere la riduzione del consumo di suolo e poi autorizzare 2000 mq di nuova cementificazione in un'area verde a poca distanza dal mare?". Il comitato contesta poi la scarsa partecipazione pubblica al progetto citando "richieste di accesso agli atti ignorate e un incontro con la cittadinanza fissato con un preavviso ridicolo, impedendo una seria valutazione della documentazione ed in aperto spregio delle istanze dei cittadini".
C'è poi l'impatto acustico definito devastante, "con mezzi pesanti a pochi metri dalle finestre delle abitazioni, una situazione aggravata dall'eliminazione del piano interrato originariamente previsto per contenere il rumore". I residenti lamentano anche il fatto che "l'unica via d'accesso al mercato, via Sinistra del Porto, è una strada di ridotte dimensioni che dovrà sopportare il transito di centinaia di mezzi, inclusi TIR, a meno di sette metri dalle camere da letto!". Definiti insufficienti e mal concepiti anche i parcheggi.
"Non ci si pone contro gli interessi dei lavoratori del mare rispetto alla loro esigenza di una struttura più consona - sottolinea il Comitato -, ma ci opponiamo al progetto del Comune che lo vuole in questa zona inadeguata anche se vicina allo sbarco del pesce".
I residenti infatti denunciano "la totale assenza di una valutazione delle alternative progettuali" e pongono l'accento sul fatto che "al CAAR è già stato progettato, appaltato e finanziato con 10 milioni di euro del PNRR un nuovo mercato ittico di ben 1500 metri quadrati! Spendere ulteriori 3 milioni di euro (che si aggiungono ai 7 milioni del Ministero dell’Agricoltura) per un progetto analogo a pochi chilometri di distanza, quando esiste già un finanziamento europeo per un'opera simile, è un'assurdità che grida allo spreco di denaro pubblico e alla pessima gestione delle risorse".
Secondo il comitato poi "la cementificazione ridurrà drasticamente la permeabilità dell'area, già nota per gli allagamenti frequenti. La "collina artificiale" prevista per mascherare il primo piano dell'edificio sarà un ripido accumulo di terra che convoglierà l'acqua piovana verso le abitazioni, aumentando il rischio idraulico". Inoltre sarebbe stato "progettato un sistema fognario senza nemmeno indicare le quote di scorrimento, senza chiarire dove e come dovrebbero defluire le acque" e "nessuno ha spiegato come si dovrebbe scaricare l’acqua dalla vasca di laminazione, né perché la tubazione finale è un ø500, né se esista o meno un troppo pieno per evitare l’allagamento". Ci sarebbero "molte superfici drenate a quote inferiori al fondo della vasca di raccolta: ciò significa che l’acqua, invece di defluire, risalirebbe contro gravità".
Infine, quella che i residenti definisco una beffa: "il progetto viene presentato come "Nzeb" (Nearly Zero Energy Building), ma solo perché i consumi di centinaia di metri cubi di celle frigo e freezer sono stati convenientemente ignorati".
I cittadini in sostanza chiedono all'Amministrazione comunale di valutare negativamente il progetto attuale e di sottoporre ogni decisione a una revisione sostanziale
"Il settore della pesca è veramente in crescita tanto da necessitare un investimento di quel tipo oppure i fondi potevano essere utilizzati per consentire ai pescatori di lavorare in sicurezza su barche più efficienti?" si chiede il comitato. Ma non solo: "chi pagherà il conto di questo potenziale disastro urbanistico, economico e ambientale? E quale sarà il reale beneficio per i cittadini Riminesi esclusi i pochi che ne andranno a beneficiare?"
La scorsa primavera Icaro TV dedicò un approfondimento al tema con la voce dei contrari e dei favorevoli