Nuova questura. Il ministro Cancellieri: ‘Stiamo lavorando’


La lotta alle infiltrazioni malavitose in Regione ha preso oggi una forma concreta, in uno strumento per contrastare le imprese edilizie con legami, anche solo sospettati, con organizzazioni malavitose. “E’ un problema che intendiamo guardare in faccia e affrontare con grande determinazione” sottolinea Vasco Errani, governatore dell’Emilia Romagna.
Secondo il protocollo di intesa firmato, tra i prefetti e la Regione, la certificazione antimafia sarà necessaria già a partire da opere sopra i 70 mila euro. E ancora: i controlli antimafia verranno fatti sempre, anche nel caso di costruzioni private, in presenza di una rilevante entità economica e quando vengono richiesti finanziamenti agli enti locali sopra i 150mila euro. La firma è avvenuta nella sala del Giudizio Universale. Ha detto il ministro Anna Maria Cancellieri: “Di protocolli ne abbiamo fatti tanti, ma questo per la prima volta va a guardare nel privato: credo che sia la prima volta che succede. Tra l’altro lo firmiamo sotto il Giudizio Universale. Da una parte ci sono gli angeli che salgono, e dall’altra quelli che cacciano. Questa firma spero sia il segno di tante cacciate, ma anche di tante salite”.
Ma il contrasto alla criminalità si fa anche con uomini e mezzi. E così la lunga mattinata riminese del ministro dell’Interno comincia con uno sguardo alla nuova questura, bloccata da anni. Sollecitata dal sindaco, la Cancellieri rassicura con un generico “Stiamo lavorando”. Il sindaco le ha consegnato un reportage fotografico che mostra come la struttura di via Bassi è inserita nel contesto cittadino.
“Ci penseremo al momento” è in sintesi la risposta a un’altra sollecitazione, quella sui rinforzi agli organici in vista dell’estate. E d’altronde oggi il ministro è stato assediato dai cronisti delle testate nazionali per la questione Tav. Ma la Cancellieri si era presa anche il tempo per una visita alla Rimini dell’arte, a cominciare dal Duomo, dove è stata accolta dal vescovo di Rimini monsignor Francesco Lambiasi e dal vescovo emerito monsignor Mariano De Nicolò. Da qui breve passeggiata verso il museo della città, dove è stato firmato il protocollo, naturalmente con passaggio davanti alla Domus del chirurgo. Piccola défaillance e qualche momento di panico qui per l’organizzazione: non si è pensato a tenere aperta la Domus nonostante la chiusura del lunedì, e così il ministro si è dovuto accontentare di un fuggevole sguardo attraverso i vetri.
(NewsRimini.it)
L’intervento pronunciato questa mattina dal sindaco di Rimini Andrea Gnassi:
Signor Ministro,
Signor Presidente della Regione,
Signori Prefetti
Sindaci, Presidenti di Provincia
Autorità Civili e militari
Vi do il benvenuto della Città di Rimini e vi ringrazio per essere qua.
Nei giorni scorsi mi è stato chiesto più volte quale significato aveva, per il Sindaco, il fatto che Rimini fosse la sede di una iniziativa come quella odierna che ha per argomento il contrasto alla penetrazione della criminalità organizzata.
Siamo questa Città, dove arriva la Flaminia.
Il passaggio a nord di Roma, con il resto delle sue terre, partiva dalla Via Emilia che qui nasce dal Ponte di Tiberio.
Ma non è certo un motivo geografico.
Siamo questa città dove i valori la forza le energie, le imprese, le fatiche, di questa terra Emiliano Romagnola si manifestano e scorrono idealmente da Piacenza fino ad incontrare il mare.
Un puntino sull’Adriatico che è una grande piattaforma di relazioni umane con 16 milioni di presenze fatte di persone che parlano lingue diverse trovando i tratti di questa terra nei volti e nel lavoro delle persone di una Regione che, anche in tempi di crisi, sa che non bisogna chiudersi, ma al contrario aprirsi al mondo.
Sa che è indispensabile ancor di più saper interpretare il Mondo che cambia per darsi una possibilità di sviluppo che sia sostenibile e sicura.
Questa è Rimini. Questo è il patrimonio che dobbiamo e vogliamo difendere.
Un patrimonio costituito da un tessuto economico-imprenditoriale e civile sano, ma che è insidiato e comincia a essere anche penetrato da insidie e criminalità.
Questo il senso che ha per noi ospitare la firma di questo importante protocollo.
Un protocollo, che è giusto ricordare, prende vita dall’iniziativa legislativa della Regione interpretando al meglio la cultura amministrativa di questa terra che coniuga analisi ed azione, riflessione e pragmatismo.
Affrontando di petto i problemi, per tenere alto il fronte della legalità, fattore indispensabile per il buon vivere, per la coesione sociale, per la prosperità dell’economia.
Ecco allora che si può ben comprendere perché il Comune di Rimini è orgoglioso di ospitare la firma del protocollo d’intesa tra Regione Emilia Romagna e Prefetture alla autorevole presenza del Ministro dell’Interno Cancellieri.
Questo della firma del protocollo, unito alla visita a Rimini del Presidente Napolitano e del suo discorso, rappresentano, a nostro giudizio, due momenti esemplari della fase nuova del nostro Paese.
Una fase dove lo Stato, gli enti territoriali e locali devono segnare la necessità di quell’approccio diverso che è oggi richiesto alle istituzioni, ai cittadini e alla società civile.
Parole di verità, consapevolezza dei problemi, coesione istituzionale civile e sociale per risolverli.
Su questi assi si possono, anzi si devono, superare le diverse crisi del nostro Paese. Su questi assi una nuova sinergica lotta al crimine e alle mafie con nuovi strumenti.
(Su questo tema della nuova coesione, anche istituzionale, confidiamo di poter contare anche per arrivare alla soluzione della criticità rappresentata dalla sede della Questura di Rimini. Ci sono tutte le condizioni perche si torni su questo ad un “idem sentire” tra le istituzioni locali e nazionali coinvolte. La soluzione può essere alla portata di mano.)
Concludo ribadendo che la firma di oggi costituisce passaggio importante, tutt’altro che simbolico nel senso della nuova coesione tra le istituzioni.
L’Emilia – Romagna, Rimini, per il suo tessuto e dinamicità economica di cui prima ho accennato, ha la consapevolezza di essere potenziale terreno di infiltrazione della criminalità organizzata. Soprattutto in tempi di crisi economica, sociale e del credito.
Ospitando questa iniziativa vogliamo indicare, alla città, un cambio di passo sapendo che non è il tempo di minimizzare, di voltare lo sguardo.
E’ ora di agire, insieme, per tutelare il tessuto economico della nostra comunità.
Siamo sicuri che a questo diverso approccio da parte della Amministrazione dello Stato e di quella Comunale si affiancherà un diverso atteggiamento del resto della comunità locale, in primo luogo delle imprese e degli ordini professionali.
Solo coesi sarà possibile tutelare la nostra economia, la sua competitività e con essa la nostra qualità della vita. In fondo anche la nostra libertà.
Grazie a tutti di essere qua, grazie Signor Ministro”