Luci di scena, tecnologie e lampadario di sala. 2 milioni per “illuminare” il Teatro Galli


Un progetto da 2 milioni di euro per luci-video-audio e per le luci storiche del teatro Galli di Rimini. La Giunta comunale ha approvato il progetto esecutivo per tutto l’impianto tecnologico, per cui sarà avviata una gara d’appalto. L’obiettivo è di dotare il teatro delle più moderne e avanzate tecnologie che rispondano alle più svariate esigenze e che siano in gran parte automatizzate, così da ridurre l’uso di personale.
Accanto all’apparato tecnologico c’è il tema affascinate della riproduzione delle luci storiche, così come volute dall’architetto Poletti. I progettisti del Comune hanno studiato i documenti d’archivio e ricostruito la genesi delle scelte per la progettazione del lampadario di Sala, il più fedele possibile a quello deciso dall’architetto nel 1857. Lampadario, è bene dirlo, che ebbe una storia travagliata. Fu infatti sottoposto a revisioni fin dalla prima installazione, proseguite poi nel tempo, in conseguenza del fatto che le richieste della committenze dell’epoca non erano sempre condivise dal Poletti stesso.
L’architetto Poletti aveva proposto di introdurre un’illuminazione a gas come era usanza nei teatri più all’avanguardia, mentre per ragioni economiche fu adottata una illuminazione a olio che comportò anche una riprogettazione dei corpi illuminanti già definiti. Per l’ideazione e realizzazione del lampadario di sala, Poletti si rivolse al famoso produttore di lampadari Mons. Lacarrière di Parigi il quale spedì alcuni disegni a cui l’Architetto si sarebbe potuto ispirare. La volontà di Poletti era quella di creare un oggetto nuovo nel suo genere.
Ciò che lo doveva caratterizzare e rendere una “novità”, era sia la bellezza della struttura portante, un bastone centrale con 4 bracci girati in volute a sostegno di una raggiera della dimensione di 2.70 metri, che la presenza di elementi a cristallo che rendevano l’oggetto, così come lo definì, “gaio”.
Il lampadario aveva un totale di 48 lumi a globo disposti in doppio giro. Era presente una tazza superiore decorata con 12 palmette da cui pendevano catene in cristalli. La parte inferiore mostrava 6 bracci di collegamento tra la raggiera e la struttura inferiore di sostegno del bottone. La conferma di quest’ultima versione è in un bozzetto dello stesso Poletti citato in una lettera al Gonfalone, dalla descrizione puntuale del materiale spedito da Parigi e dall’unica immagine rinvenuta relativa al lampadario, seppur rimaneggiato nel 1928 per essere posizionato nella sala Ressi quando fu introdotta l’illuminazione elettrica.
L’intervento prevede anche la fornitura e posa delle restanti luci di Sala riproponendo quelle originali, in stile con il lampadario in ottone. Si tratta di 24 candelabri a cinque luci al primo ordine di palchi alla quota del basamento dove sono presenti i grifoni, 8 applique a cinque luci al primo e secondo ordine di palchi di proscenio, 40 piantane a tre luci al primo e secondo ordine a cui si aggiungono 135 applique in ottone da posizionare negli ambulacri e nei corridoi.
L’intero costo rientra all’interno del finanziamento complessivo di 32 milioni circa previsti dal livello esecutivo del progetto per la ricostruzione.