L'Enea di Cevoli fa ridere e pensare. "FIgli di Troia" conquista il pubblico
L'ironia e l'umorismo a cui ha abituato il suo pubblico da Zelig in avanti si uniscono ad una dose, leggera e profonda al tempo stesso, sul senso della vita, la responsabilità, il carico che appesantisce le giovani generazioni. Nella sua Riccione Paolo Cevoli incanta con “Figli di Troia”. In Sala Concordia del Palacongressi da tutto esaurito il comico riccionese ha raccontato, in chiave ironica e contemporanea il mito di Enea, il celebre eroe dell’Eneide, intercalandolo con altri racconti di viaggio: da Cristoforo Colombo a Cappuccetto Rosso, dal principe vichingo Ragnar a suo babbo Luciano, emigrato in Australia negli anni ’50.
Il racconto parte da Enea e dalla folgorante scultura del Bernini a Villa Borghese, che lo ritrae in fuga da Troia in fiamme, con il padre Anchise sulle spalle e il figlio Ascanio per mano, simbolo di un’eredità e di una speranza per un futuro migliore. Cevoli racconta il viaggio di Enea, che non è un eroe come Ulisse o Achille, solitari nelle loro gesta, perché la sua eroicità sta nel condividere con altri la missione. E così dalla risata si passa alla riflessioni sulla speranza per il futuro che sta dietro ogni viaggio. Un intreccio di storia, mitologia e aneddoti familiari, con alcuni passaggi commoventi sul babbo e su don Giorgio, che hanno saputo catturare l’attenzione del pubblico riccionese.
“Abbiamo voluto fortemente Paolo Cevoli, artista e figlio illustre di Riccione, perché possiede la dote rara di saper usare il sorriso per toccare temi profondi - ha dichiarato la sindaca Daniela Angelini - . Con ‘Figli di Troia’ ci ha regalato molto più di uno spettacolo: ci ha offerto uno specchio in cui rifletterci come comunità. Vedere la Sala Concordia così partecipe è stato emozionante. Attraverso l'ironia di Paolo, abbiamo meditato sulle nostre radici e sulla speranza che anima ogni ripartenza. Questo evento è il nostro regalo ai riccionesi: un momento per ritrovarsi, divertirsi e guardare al futuro con la tenacia di chi sa da dove viene. È questo lo spirito del nostro Natale: una grande famiglia che sa sorridere e, insieme, riflettere sui propri sogni”.












