Le perplessità della Lipu sul pino d'Aleppo abbattuto a Riccione


In merito all’abbattimento del Pino d’Aleppo avvenuto a fine luglio in viale Ciceruacchio, a Riccione, dopo la risposta del comune alle richieste di cittadini e associazioni - in cui si specificava che né l’Amministrazione comunale né quella regionale avevano la possibilità di iscrivere il Pino d’Aleppo recentemente abbattuto nell’elenco degli alberi monumentali, e quindi di impedirne il taglio, in assenza del consenso della proprietà - ora arriva la replica della Lipu.
In particolare, l'associazione chiede precisazione sulla perizia ornitologica.
"Abbiamo saputo - scrivono nel comunicato - di una ispezione per verificare l’assenza di nidi, e in merito chiediamo di conoscere le competenze ornitologiche della persona che ha realizzato la perizia, suffragata da titoli inequivocabili quali un patentino Ispra di inanellatore, oppure la pubblicazione di studi sull’avifauna urbana su riviste scientifiche".
Ci chiediamo, aggiungono dalla Lipu su quali basi è stato stabilito l'abbattimento d'urgenza, tale che non si poteva quanto meno aspettare un paio di mesi (termine della fase principale della nidificazione).
Di seguito il comunicato inviato dalla Lipu, a firma di Marco Dinetti, Responsabile ecologia urbana Lipu, insieme a Arianna Lanci, Giuseppe Romano, Lipu Delegazione Provincia di Rimini.
In merito al pino d’Aleppo abbattuto in via Ciceruacchio a Riccione, non entriamo nel merito delle procedure sugli alberi monumentali. Riteniamo invece che il Comune abbia sbagliato a concedere deroghe, peraltro per soddisfare un interesse privato e non di pubblica utilità. Ricordiamo che secondo i dati Ispra si tratta di uno dei territori più cementificati: con il 52,19% si trova al secondo posto tra i comuni dell’Emilia-Romagna, come percentuale di suolo consumato: https://www.isprambiente.gov.it/it/attivita/suolo-e-territorio/suolo/il-consumo-di-suolo/i-dati-sul-consumo-di-suolo
Abbiamo pure avuto qualcosa da eccepire rispetto alla perizia agronomica, pur comprendendo che sia stata fatta da un accademico: fermo restando che non troviamo traccia di quelle che erano le caratteristiche dell’albero (altezza, diametro del tronco, età, valore economico, ecc.), il periodo biologico delicato in cui ci si è posti avrebbe necessitato ulteriori approfondimenti (prove strumentali, pulling test) anche se di fronte a difetti strutturali, che inevitabilmente riguardano quasi ogni albero. Ricordiamo che nei manuali tecnici c'è scritto che “il concetto di albero perfetto, di albero senza difetti, è un mito”. Anche le ipotesi di consolidamento secondo noi sono state scartate frettolosamente, tenendo presente che esiste un intero prontuario di opportunità, pubblicato come Standard europeo.
C’è quindi da chiedersi su quali basi è stato stabilito l'abbattimento d'urgenza, tale che non si poteva quanto meno aspettare un paio di mesi (termine della fase principale della nidificazione).
Per quanto riguarda la nidificazione degli uccelli, interventi del genere effettuati durante la primavera comportano inevitabilmente un danno alla biodiversità (come da pareri Ispra e da normativa internazionale), a prescindere dalla presenza concreta di nidi sulle piante in oggetto. Quindi, ammesso e non concesso che non vi fossero nidi, anche se “non si è distrutto il letto, in ogni caso è stata devastata la sala da pranzo”.
Abbiamo saputo di una ispezione per verificare l’assenza di nidi, e in merito chiediamo di conoscere le competenze ornitologiche della persona che ha realizzato la perizia, suffragata da titoli inequivocabili quali un patentino Ispra di inanellatore, oppure la pubblicazione di studi sull’avifauna urbana su riviste scientifiche. Domandiamo pure quali tecniche sono state usate per comprovare l’assenza di nidificazioni in cavità, con particolare riferimento alle specie dei generi Otus, Athene, Strix, Upupa, Jynx, Picus, Dendrocopos, Cyanistes, Parus, Certhia, Sitta, Sturnus, Muscicapa, Phoenicurus, Passer.
In merito ci sono due pareri Ispra, dalla cui lettura si evince che la ricerca dei nidi non può essere affidata a personale privo di competenza ornitologica, giacché “I nidi degli uccelli sono collocati all’interno della vegetazione in maniera tale da risultare di regola del tutto invisibili e spesso non rilevabili anche da parte dei tecnici più esperti nel settore ornitologico”. Ciò allo stesso modo come non si fa firmare un certificato di conformità di un impianto elettrico a chi sa semplicemente cambiare una lampadina, e che magari ha soltanto fatto qualche foto ai lampadari delle stanze.
Per quanto riguarda noi della Lipu, precisiamo che oltre al ricco curriculum sui temi del verde urbano, il Responsabile nazionale ecologia urbana gode di una ampia e riconosciuta esperienza nel campo dell’ornitologia urbana, di cui i seguenti sono i titoli più importanti:
• Brevetto Ispra di inanellatore a scopo scientifico, codice 0101, permesso Passer.
• Co-organizzatore Workshop atlanti ornitologici urbani (Cremona, 29-30 novembre 2024).
• Organizzatore tavola rotonda “Avifauna in città: atlanti ornitologici e gestione dell’ecosistema urbano”, XXII CIO (Lecce, 12 settembre 2025).
• Co-autore del libro “Ornitologia urbana” (2001, Calderini-Edagricole, Bologna).
• Autore di centinaia di pubblicazioni scientifiche, anche su riviste internazionali peer-reviewed tra cui BioScience (IF 7.6), Global Ecology and Biogeography (IF 6.9), Biological Conservation (IF 4.4), Journal of Animal Ecology (IF 3.7), Environmental Conservation (IF 3.0). L'Impact Factor (IF) è un indicatore bibliometrico che misura l'importanza di una rivista scientifica.
Al di là di questa spiacevole vicenda, la Lipu è sempre disponibile, sia a livello locale che nazionale, a confrontarsi e collaborare con gli enti che vogliono seguire le buone pratiche, portando avanti una gestione del verde urbano e degli alberi conforme alla normativa vigente, per soddisfare al meglio le esigenze di salute e benessere dei cittadini, così come la tutela della biodiversità.
Riccione, 6 agosto 2025