Lavori fittizi e permessi di soggiorno irregolari, 36 persone indagate


La Procura di Rimini ha chiuso le indagini su un giro di permessi di soggiorno irregolari, ottenuti con la compiacenza di datori di lavori che offrivano a cittadini stranieri, per lo più marocchini, un impiego stagionale fittizio in cambio di una somma di denaro che si aggirava tra i 6.500 e gli 8.500 euro a persona. Trentasei in totale gli indagati, residenti tra Rimini, Santarcangelo e Bellaria Igea Marina, alcuni dei quali già finiti al centro di una precedente inchiesta.
Stando alle indagini del Nucleo operativo dei carabinieri di Rimini e del Nucleo ispettorato del lavoro, gli indagati presentavano richieste nominative di nulla osta al lavoro stagionale allo Sportello Unico per l'immigrazione di Rimini, nelle quali veniva falsamente dichiarato che il cittadino marocchino di turno sarebbe stato assunto in alcuni casi come operaio, in altri come cameriere, in altri ancora come bracciante agricolo o badante. Così facendo i datori di lavoro riuscivano a procurare l'ingresso illegale nel territorio italiano nell'ambito del decreto flussi relativo all'anno 2020.
Tra gli indagati spiccano anche un dipendente in servizio all'Inps di Rimini, che avrebbe fornito informazioni riservate ottenute mediante l'accesso e la consultazione di banche dati riservate all'ente e in suo uso per esclusive ragioni d'ufficio, e la dipendente di un patronato del Riminese, che avrebbe curato e agevolato l'inoltro di alcune pratiche pur essendo, secondo l'accusa, consapevole dell'irregolarità della relative assunzioni.
Con l'avviso di conclusione delle indagini, la Procura di Rimini ora valuterà l'eventuale richiesta di rinvio a giudizio per tutti o per alcuni degli indagati.