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La prostituzione forma di violenza sulle donne. Intervento della scuola T. Moro

di Redazione   
Tempo di lettura 3 min
Sab 24 Nov 2007 10:29 ~ ultimo agg. 12 Mag 06:35
Tempo di lettura 3 min

Al centro della riflessione, nata da un laboratorio fatto con esperti, c’è il dramma della prostituzione, e la necessità che le forze del territorio intervengano in modo deciso per coplire questa piaga.

“Il Consiglio direttivo e scientifico della nostra Scuola vuole esprimere una riflessione che per i cristiani non può essere di second’ordine.
Abbiamo molte occasioni per vedere con i nostri occhi – anche nella nostra realtà – casi di violenza che gli organi di informazione non mancano di segnalarci e di portare all’attenzione della comunità.
Ci fermiamo poco ad analizzare il fenomeno e le sue cause che portano dolore, miseria umana, disgregazione familiare. Si richiede invece un’attenta analisi per questi fenomeni inquietanti che richiamano ciascuno di noi ad un maggiore impegno personale per diventare realmente dei costruttori di pace.
È un dato statistico: la violenza domestica è una delle principali cause di morte per le donne, prima degli incidenti stradali, del cancro e della guerra !
Anche la prostituzione è violenza alle donne! Nei giorni scorsi, alla luce delle sollecitazioni del nostro Vescovo Mons. Francesco Lambiasi – ricordiamo in particolare il suo discorso alle autorità, in occasione della recente festa di San Gaudenzo – e dell’opera e nella memoria dell’infaticabile don Oreste Benzi, questa Scuola ha svolto con i suoi iscritti un laboratorio di approfondimento sul tema della prostituzione. Gli esperti di diritto, intervenuti assieme agli operatori e volontari dell’Associazione Papa Giovanni XXIII, della Caritas Diocesana e di Casa S.Anna, hanno evidenziato che la violenza più grande che viene fatta alle donne, nella nostra provincia, come nel resto d’Italia, è il vero e proprio commercio dei loro corpi e della loro dignità, fatta da uomini privi di scrupoli.
Vogliamo ribadire con forza che è ora che le istituzioni e ciascuno di noi dicano basta; non possiamo più nasconderci dietro ad una supposta volontarietà della prostituzione, che comunque lederebbe fortemente la dignità della persona e della donna, tanto più di fronte a centinaia di ragazze rapite dai luoghi di provenienza e “usate” da chi le sfrutta.
La nostra riflessione deve ripartire dal valore della persona e dalla sua vocazione alla relazione, che comporta apertura all’altro, alla socialità, a Dio. L’uomo infatti non è un essere solitario, ma è per sua natura un essere sociale, non può vivere senza relazioni con gli altri; ed è significativo il fatto che Dio ha creato l’essere umano come uomo e come donna.
Per la bellezza del dono della vita che ci è stato dato non possiamo non impegnarci in ogni modo affinché tutte le violenze ed in particolare quelle sulla donne, spariscano dalla nostra società, cominciando dalle nostre relazioni personali.
NON POSSIAMO DIMENTICARE IN QUESTA OCCASIONE LA GRANDE OPERA DI UOMINI E DI DONNE CHE CON IL LORO IMPEGNO SI ADOPERANO OGNI GIORNO NELLA NOSTRA CITTA’ PER ALLEVIARE IL DOLORE DELLA VIOLENZA SUBITA. PURTROPPO QUESTO NON BASTA; OGNUNO DEVE FARE LA SUA PARTE AFFINCHE’ LA VIOLENZA NON CI SIA PIU’”.

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