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risarcita con mille euro

Intimo troppo provocante per la visita dal medico, 40enne picchiata per gelosia

di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura 2 min
Mer 15 Mar 2023 15:47 ~ ultimo agg. 16 Mar 11:33
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“Spinto da un’immotivata gelosia – così si legge nel capo d’imputazione – le controllava il modo di vestire e la biancheria intima da lei utilizzata in occasione delle visite mediche”. E quando riteneva che il completo indossato dalla compagna fosse troppo “provocante”, ecco che si innescavano discussioni che spesso sfociavano in aggressioni verbali e fisiche.

Cinque anni di maltrattamenti, secondo la Procura di Rimini, durante i quali la vittima, una 40enne riminese, mamma di due bambini, ha vissuto in “uno stato di prostrazione, ansia e timore per la sua incolumità”. Il compagno, padre dei suoi figli, un riminese di 39 anni, voleva essere informato di ogni suo spostamento, sapere con chi era e dov’era, controllare continuamente il suo telefono. Come nell’ottobre del 2017, quando non riuscendo a leggere un sms ricevuto dalla donna la afferrò per i polsi, le tirò i capelli fino a farla cadere a terra per poi sbatterle la testa contro il lavandino. In un’altra occasione, invece, le strinse il polso della mano fino a piegarglielo, costringendola a inginocchiarsi. A riprova della violenza del 39enne anche i referti medici del pronto soccorso e un intervento in laparoscopia a cui la vittima fu costretta a sottoporsi.

Durante i suoi scatti d’ira, poi, perdeva spesso il controllo sfogando la sua rabbia sul mobilio di casa e riservando alla mamma dei suoi bambini parole di disprezzo: “Mi fai schifo, sei grassa, sei stupida”Il 6 agosto dello scorso anno l’uomo è stato allontanato da casa e la donna si è rivolta alle forze dell’ordine. Il 39enne (difeso dall’avvocato Marco Ditroia), dovendo rispondere di maltrattamenti e lesioni, questa mattina davanti al gup del tribunale di Rimini ha patteggiato un anno e 10 mesi di reclusione (pena sospesa subordinata alla frequentazione di un percorso antiviolenza), e riconosciuto alla vittima (costituitasi parte civile attraverso l’avvocata Viviana Pellegrini) la modica cifra di mille euro di risarcimento.

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