Indietro
menu
battaglia legale

Incidente mortale sul lavoro, i familiari risarciti dopo 20 anni

In foto: L'ingresso del tribunale di Rimini
L'ingresso del tribunale di Rimini
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura 2 min
Gio 7 Ago 2025 19:03 ~ ultimo agg. 19:10
Tempo di lettura 2 min

Ci sono voluti 20 anni di battaglie legali per vedersi riconoscere un cospicuo risarcimento per un incidente mortale occorso sul lavoro ad un loro familiare, un 72enne riminese che nel febbraio del 2005 cadde da un ponteggio mobile mentre effettuava la pulizia delle tapparelle di un residence di Rimini, così come richiestogli dal titolare. Rovinato a terra dopo un volo di quasi tre metri, l'uomo fu soccorso dai sanitari del 118 e trasportato d'urgenza in ospedale. Morirà due giorni più tardi a causa delle gravi lesioni riportate. Da allora i familiari hanno intentato una lunga causa nei confronti degli eredi dell'albergatore, nel frattempo deceduto, davanti al giudice del lavoro. Causa conclusasi di recente con la pronuncia definitiva della Corte di Cassazione, che, confermando di fatto le sentenze di primo e secondo grado, ha sancito la responsabilità del datore di lavoro, ordinando alle eredi del defunto (le due figlie) di risarcire i familiari della vittima con un importo complessivo di circa 700mila euro che tiene conto della rivalutazione dovuta al lungo iter giudiziario.

Le due figlie e i due nipoti del lavoratore, rappresentati dall'avvocato Saverio Bartolomei del foro di Rimini, hanno denunciato come al momento dell'infortunio il loro familiare fosse sprovvisto di qualsiasi tipo di protezione personale. Il datore di lavoro, infatti, non solo lo avrebbe esposto ad un potenziale pericolo, ma non gli avrebbe neppure impartito le necessarie modalità operative. L’operaio, quindi, dopo essere salito sul ponteggio mobile già presente sul posto e utilizzato per la tinteggiatura del residence, cadde rovinosamente a causa del ribaltamento del piano di calpestio. Di tutt'altro avviso le eredi dell'albergatore, rappresentate dagli avvocati Francesco Gigliotti e Patrizia Procopio del Foro di Catanzaro, secondo le quali il 72enne precipitò a seguito di un improvviso malore. Una tesi, questa, che non è stata evidentemente riconosciuta dai giudici.

Altre notizie