In Regione 1051 casi in una settimana. Ospedalizzati solo il 4,6%


In Emilia Romagna il rapporto tra positivi e casi testati è del 2,2% e i casi ospedalizzati sono il 4,6% del totale dei casi attivi. 1.051 i nuovi contagi nella settimana tra il 30 settembre e il 6 ottobre con una variazione di +352 rispetto alla settimana precedente e 23,57 casi ogni 100mila abitanti. Si tratta di numeri al di sotto della media nazionale che testimoniano come finora l’Emilia Romagna si trovi in una situazione migliore rispetto ad altre regioni. E’ quanto evidenzia il rapporto settimanale diffuso dalla Fondazione Gimbe
Tabella. Nuovi casi settimana 30 settembre-6 ottobre
Regione |
Variazione casi rispetto alla settimana precedente |
Totale nuovi casi |
Nuovi casi per 100.000 abitanti |
Campania |
912 |
2.708 |
46,68 |
Lombardia |
644 |
2.140 |
21,27 |
Piemonte |
587 |
1.339 |
30,74 |
Toscana |
529 |
1.266 |
33,94 |
Veneto |
455 |
1.747 |
35,61 |
Emilia Romagna |
352 |
1.051 |
23,57 |
Lazio |
282 |
1.767 |
30,06 |
Sicilia |
256 |
1.059 |
21,18 |
Liguria |
239 |
862 |
55,59 |
Puglia |
191 |
736 |
18,27 |
Umbria |
188 |
349 |
39,57 |
Prov. Aut. Trento |
115 |
309 |
57,11 |
Marche |
105 |
268 |
17,57 |
Friuli Venezia Giulia |
90 |
324 |
26,66 |
Abruzzo |
88 |
258 |
19,67 |
Calabria |
43 |
142 |
7,29 |
Basilicata |
38 |
162 |
28,78 |
Sardegna |
38 |
531 |
32,39 |
Valle D’Aosta |
17 |
43 |
34,22 |
Molise |
5 |
34 |
11,13 |
Prov. Aut. Bolzano |
-36 |
157 |
29,56 |
ITALIA |
5.138 |
17.252 |
28,58 |
Nel dettaglio:
• Decessi: +18 (+13,1%)
• Terapia intensiva: +48 (+17,7%)
• Ricoverati con sintomi: +577 (+18,9%)
• Nuovi casi: +17.252 (+42,4%)
• Casi attualmente positivi: +9.504 (+18,8%)
• Casi testati +35.588 (+9%)
• Tamponi totali: +63.351 (+9,7%)
Da metà luglio, evidenzia la Fondazione Gimbe, i nuovi casi settimanali sono più che decuplicati (da poco oltre 1.400 a più di 17.000), con incremento del rapporto positivi/casi testati dallo 0,8% al 4% . Quintuplicati i casi attivi da fine luglio: da 12.482 a 60.134.
«L’incremento del rapporto positivi/casi testati – spiega il Presidente Nino Cartabellotta – conferma che il virus circola in maniera più sostenuta: per questo nelle Regioni dove supera il 5% è cruciale potenziare le attività di testing & tracing». Nella settimana 30 settembre-6 ottobre si tratta di Liguria (7,7%), Campania (6,3%), Provincia autonoma di Trento (6,8%), Piemonte (6,2%) e Valle d’Aosta (5,4%).
Sul versante delle ospedalizzazioni, da fine luglio si rileva un incremento dei pazienti ricoverati con sintomi e in terapia intensiva, che sono aumentati rispettivamente da 732 a 3.625 e da 49 a 319 (figura 3). «Se il dato nazionale – puntualizza Cartabellotta – non lascia intravedere alcun sovraccarico dei servizi ospedalieri, iniziano ad emergere differenze regionali rilevanti». In particolare al 6 ottobre ben 8 Regioni registrano tassi di ospedalizzazione per 100.000 abitanti superiori alla media nazionale di 6,5: Lazio (13,9), Liguria (13), Campania (9,2), Sardegna (8,8), Sicilia (7,9), Piemonte (7,1), Abruzzo e Puglia (6,6).
«La composizione percentuale dei casi attualmente positivi – continua il Presidente – si mantiene costante dai primi di luglio: mediamente il 93-94% dei positivi sono in isolamento domiciliare perché asintomatici/oligosintomatici; il 5-6% ricoverati con sintomi e lo 0,5% in terapia intensiva. Tuttavia, anche per questo indicatore le differenze regionali accendono ulteriori spie rosse». In alcune Regioni, infatti, la percentuale dei casi ospedalizzati è nettamente superiore alla media nazionale del 6,6%: Sicilia (11,5%), Liguria (10,4%) Lazio (9,9%), Puglia (8,9%), Piemonte (8,6%), Abruzzo (8,2%), Basilicata (7,9%).
Anche sul versante dei decessi dai primi di settembre inizia a delinearsi un trend in lento ma costante incremento: il numero dei pazienti deceduti è aumentato da 46 a 155 per settimana. In altri termini, spiega il Presidente «le dinamiche dell’epidemia, molto diverse dalla prima ondata, dimostrano che il progressivo incremento dei casi attualmente positivi iniziato a fine luglio, dopo un mese ha innescato l’incremento di pazienti ospedalizzati con sintomi e in terapia intensiva, e dopo 2 mesi, inizia a riflettersi anche sui decessi».
«L’obbligo delle mascherine anche all’aperto – conclude Cartabellotta – è una misura coerente con la rapida ascesa dei contagi, visto che non conosciamo ancora il reale impatto della riapertura delle scuole e quello dell’ulteriore sovraccarico dei servizi sanitari conseguente alla stagione influenzale. Tuttavia, per contenere la seconda ondata, in particolare nelle Regioni del centro-sud, la Fondazione GIMBE ribadisce la necessità di giocare d’anticipo sul virus su tutti i fronti: in particolare, è indifferibile potenziare e uniformare gli standard dell’assistenza sanitaria territoriale e ospedaliera, oltre che trovare una soluzione per ridurre l’elevato rischio di contagio sui mezzi pubblici».