Il 21enne annegato in piscina aveva il Covid. Nuovi sopralluoghi dei Nas in hotel


Madiaye Diongue, il ragazzo annegato giovedì scorso nella piscina del Grand Hotel di Riccione, aveva contratto il coronavirus. E’ quanto è emerso da alcuni test effettuati dopo la sua morte avvenuta all’ospedale Infermi, dove il 21enne di origini senegalesi era arrivato in condizioni critiche a causa di una sindrome da sommersione. Il magistrato riminese Paolo Gengarelli ha disposto l’autopsia, in programma martedì prossimo all’ospedale Bellaria di Bologna proprio a causa della positività del ragazzo, del tutto asintomatico e, verosimilmente, all’oscuro della sua condizione di positivo.

Madiaye Diongue
Perché Madiaye quel pomeriggio sia finito sul fondo della piscina privo di conoscenza lo stabilirà l’esame autoptico. L’ipotesi più plausibile al momento è che sia stato colpito da malore. Allo stato attuale dei fatti accertare se il virus possa aver influito o meno sulla sua morte e, se sì, in che misura, è impossibile. Di sicuro il 21enne è entrato in acqua quando il salvataggio era in pausa, in un orario in cui i tuffi erano proibiti.
Questa mattina intanto i carabinieri del Nas si sono recati al Grand Hotel di Riccione e hanno svolto una serie di accertamenti sia di natura tecnica a bordo vasca che di natura amministrativa. Il pubblico ministero ha aperto un fascicolo, come atto dovuto, per omicidio colposo. Proprio oggi il padre di Madiaye si è rivolto all’avvocato Massimiliano Orrù: vuole capire come è morto il figlio e se la tragedia poteva in qualche modo essere evitata.