Gadget fascisti. L’ANPI denuncia: ‘Commercio umiliante, appello a categorie’


“Un commercio degradante per Rimini”, scrive il presidente dell’ANPI Rimini Giovanni Pari, che parla di una “banalizzazione del fascismo umiliante per una città Medaglia d’Oro al valore civile”. Dopo aver registrato l’indifferenza delle amministrazioni pubbliche ai ripetuti appelli, l’ANPI si rivolge direttamente alle categorie economiche perchè convincano i commercianti in questione a porre fine al commercio di questi gadget.
Il presidente di Confcommercio Rimini, Richard Di Angelo, contattato in merito alla questione, però minimizza: una questione che non vale la pena commentare.
Il comunicato dell’ANPI:
Per l’ennesima volta il nome di Rimini è accomunato ai gadget fascisti. L’inchiesta di Nicolò Mingozzi, diffusa dal movimento Popolo Viola attraverso internet, è l’ultima di in una lunga serie di denunce nei confronti di un commercio degradante per l’immagine di Rimini.
http://nicolomingozzi.blogspot.com/2011/07/rimini-come-predappio-la-vergogna-dei.html
I nostri reiterati appelli per ora sono sempre caduti nel vuoto. Purtroppo questo “scandalo al sole” non trova limiti. Sembra proprio, come ebbe a dire Ilvo Diamanti poco tempo fa, che la banalizzazione del fascismo abbia trovato pianta stabile anche nella nostra città. Noi non ci arrendiamo all’indifferenza delle istituzioni e dopo esserci rivolti a politici e amministratori, a questo punto invieremo la nostra protesta ufficiale a tutte le categorie economiche invitandole a cercare gli argomenti giusti per convincere le singole attività che lucrano sul merchandising fascista a cessare tale forma di commercio, che riteniamo umiliante per Rimini città medaglia d’oro al valor civile.
Abbiamo sempre ritenuto che tale questione non andasse sottovalutata. In queste ore drammatiche, dopo l’orribile strage di stampo neonazista che ha colpito il popolo norvegese, riteniamo che a maggior ragione sia doveroso da parte dei rappresentanti delle istituzioni locali affrontare seriamente la questione del commercio dei gadget fascisti. Un modo per difendere i valori democratici, antifascisti e antirazzisti, che non possono essere ignorati dagli amministratori della Riviera mentre addirittura vengono colpiti a morte a livello europeo, come è drammaticamente accaduto sull’isolotto di Utoya. Mentre ci uniamo al dolore per le giovanissime vittime dell’odio neonazista in Norvegia, chiediamo alla classe dirigente locale di fare uno sforzo concreto per comprendere in profondità il significato politico-culturale della nostra denuncia e di agire di conseguenza.
Il presidente Anpi Rimini
Giovanni Pari