Indietro
menu
la giornalista riminese

Flotilla. Michela Monte racconta: in cella condizioni precarie e provocazioni

In foto: Michela Monte
Michela Monte
di Redazione   
Tempo di lettura 2 min
Dom 5 Ott 2025 21:59 ~ ultimo agg. 22:13
Tempo di lettura 2 min

Col suo stile mai banale, la giornalista riminese Michela Monte ha pubblicato un post per raccontare la sua esperienza dopo l'intercettazione delle imbarcazioni della Flotilla da parte della marina israeliana.

"Ciao a tutti!!! Sono tornata libera! 
Sono arrivata a Rimini poche ore fa con il pigiama grigio della prigione, le scarpe e la maglia donate dalla Turchia nell’aereo che è arrivato a Roma facendo scalo a Istanbul. 
Carta d’identità, tesserino da giornalista, le mie cose tutto gettato dalla polizia israeliana, prima di chiuderci in una cella sovraffollata, niente acqua pochissimo cibo, e per dessert, panini con le formiche e provocazioni. 
Penso a chi è ancora rinchiuso per richiedere un giusto processo contestando l’accusa di ingresso illegale e il rispetto del diritto internazionale ad Israele. Io ho optato per il rimpatrio in 72 ore e temo per cosa potrebbe succedere in cella il 7 ottobre. 
La vostra solidarietà ci ha garantito la vita, non il diritto, per ora, e la nostra solidarietà con Gaza deve riuscire a salvare la vita anche ai Palestinesi vittima di genocidio. Penso a loro e sono grata per voi. Grazie a tutti, non molliamo. 
Incontriamoci presto, magari per uno screening di questo film. Chi mi aiuta a organizzarlo? 
Un abbraccio a tutti Flotilla. All eyes on Gaza!". 
Un post scriptum dedicato all'imbarcazione su cui ha viaggiato: "Ah la mitica Estrella y Manuel e tutto il suo equipaggio sono arrivati a 42 sontuose miglia da Gaza prima di venire intercettati. 
Ha dato il massimo".

Altre notizie
di Icaro Sport