Fermo pesca. Sacrifici in vista per le barche piccole


Ci saranno sacrifici da fare, ma la speranza è che il fermo pesca di due mesi possa ridare vita all’Adriatico. Il Governo ha accolto le richieste dei pescatori riminesi e in generale dell’alto Adriatico e deciso che quest’anno invece che per un mese, ad agosto, le barche resteranno ormeggiate per sessanta giorni, fino al 30 settembre. Nelle 8 settimane successive (ovvero a ottobre e novembre) si potrà pescare solo su 3 giornate a settimana invece di quattro. “E’ una buona notizia” dice Giancarlo Cevoli, Presidente della cooperativa Lavoratori del mare. “Da mesi denunciamo che in mare non c’è pesce. In questo periodo, ad esempio, non si sta pescando nulla. Anche se crea, quanto deciso dal Ministero, un po’ di malumore per le giornate del dopo fermo, con la pesca solo in tre giornate: sicuramente le barche piccole sono un po’ penalizzate. Tutti però siamo consapevoli di dover fare questo sacrificio. Io spero che la risorsa che così si andrà a riprodurre nell’arco dell’anno sia compensata nei periodi invernali e in primavera”.
Questa mattina c’è stato un consiglio della cooperativa, nel quale i piccoli armatori hanno dimostrato i loro timori. Le barche piccole, a differenza di quelle più grandi, non riescono a uscire in mare col maltempo. “Se c’è maltempo nei quattro giorni in cui possiamo scegliere se uscire in mare, ci ritroveremo a dover limitare l’attività. Come faremo allora a soddisfare le esigenze economiche nostre e dei marinai?” si chiede Giovanni Tanzi, uno dei piccoli armatori presenti oggi.
Ma se armatori, grandi e piccoli, non possono in definitiva far altro che arrendersi alla necessità dello stop, c’è chi ha ancora meno certezze. La Flai Cgil spiega che la manovra economica ha previsto 22 milioni di euro di fondi per le imprese della pesca per il periodo del fermo. Sul fronte dei lavoratori, ovvero i pescatori che non possiedono le barche e lavorano per gli armatori, invece, il Ministero del Lavoro non ha ancora rifinanziato la Cassa Integrazioni straordinaria. Da questa dipenderà nei prossimi mesi il sostentamento di circa mille lavoratori delle marinerie emiliano-romagnole.
(NewsRimini.it)