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Cronaca Newsrimini Rimini

Famiglia criminale. Arrestati tutti gli Zinnanti. La madre era il capo

di Redazione   
Tempo di lettura 2 min
Mar 20 Nov 2012 14:59
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Una famiglia criminale. Per la quale è tollerabile che il figlio traffichi in armi, droga, uccida un uomo per futili motivi, e continui a vivere come se nulla fosse. Ad organizzare la fuga e la latitanza di Marco Zinnanti, il killer di Covignano, è stata la madre.Maria Buratta, nata ad Arezzo 50 anni fa, è stata descritta come una donna senza scrupoli, con un forte ascendente su tutta la famiglia. Il padre, Tommaso Zinnanti, trapanese di 52 anni, dipendente all’SCM, è una pedina, che però agisce consapevolmente, in mano alla moglie, così come la sorella, Giovanna, di 25 anni, fermata dalla Polizia due giorni dopo il delitto, mentre cercava di ripulire l’abitazione/deposito di via Teodorico a Rimini in cui erano nascoste armi, droga e 100 mila euro in contanti. L’unica fuori dal carcere è l’altra figlia di 13 anni, ora affidata alla zia, che però, a conoscenza di tutto, aveva cercato di depistare le indagini. Grazie alle intercettazioni telefoniche, gli investigatori hanno ricostruito tutto. Dopo l’omicidio, Marco chiama i genitori e racconta cosa ha fatto. Immediatamente vanno a prenderlo a Santa Cristina. La prima cosa da fare è spostare i soldi, la droga e le armi. Marco si riposa, mentre i suoi studiano il da farsi. È qui che entrano in scena Assunta Dina Di Bartolomeo 62 anni, amica di vecchia data della famiglia e suo figlio, Eros Zanzani di 28 anni, che nascondono il fuggiasco nel teramano, dove hanno il domicilio, pur vivendo a San Mauro. Per averlo ospitato per due giorni, riceverà 2.000 euro. Tutti hanno concorso a nascondere Marco, che per la sua famiglia era la gallina dalle uova d’oro.
Fin dal giorno dopo l’arresto di Marco, la casa di via Lince, dove abitava la famiglia Zinnanti, è stata visitata ininterrottamente da amici e parenti che hanno lasciato un’offerta in denaro per aiutare la famiglia a superare questo momento difficile. Una pratica che richiama il supporto dei clan malavitosi alle famiglie che ne fanno parte.

nelle foto della questura: partendo da in alto a sinistra la madre di Zinnanti, Maria Buratta, la sorella Giovanna, il padre Tommaso. Sotto, Eros Zanzani, Marco Zinnanti e Assunta Dina Di Bartolomeo.

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