Eolico offshore. Bernabini (Agnes): Governo cambia regole in corsa, non è giusto
Sembra sempre più in salita la strada per realizzare impianti eolici off shore in Adriatico. A Ecomondo, le parole del ministro all’ambiente hanno messo paletti forse insormontabili per i progetti romagnoli.
Si fa sempre più incerto il futuro degli impianti eolici offshore in Adriatico: Agnes davanti alla costa ravennate e Energia Wind davanti a quella riminese. Entrambi già passati positivamente al vaglio della Valutazione di Impatto Ambientale. L’ennesima doccia fredda è arrivata dal ministro all’ambiente Gilberto Pichetto Fratin che, ospite di Ecomondo, ha ribadito l'intenzione di un nuovo passaggio a Bruxelles per il Fer 2, la una misura che incentiva e promuove la produzione di energie rinnovabil. Secondo l’Unione Europea infatti che si tratti di eolico offshore galleggiante oppure fisso (come quelli romagnoli) poco importa e chi riesce a vincere l’asta può costruire. Finora però le aste non ci sono ancora state e il cambio di linea del Governo, che intende scindere (se avrà l’ok dell’UE) le due tipologie dando maggiori incentivi al flottante (ritenuto di realizzazione più costosa), preoccupa e amareggia le società che, dopo lunghi e costosi iter burocratici (oltre un milione di euro), attendevano di poter avviare i cantieri. Solo due progetti sono nati in Adriatico e si basano proprio sui costi di realizzazione più contenuti, gli altri 131 hanno puntato sul galleggiante nel sud Italia. "Sarebbe un cambio di legge retroattivo, visto che l'ha approvata un anno fa proprio questo governo - commenta amareggiato l'amministratore delegato di Agnes Alberto Bernabini ai microfoni di Icaro TV, spiegando anche che se la modifica dovesse arrivare ci potrebbero essere anche ricorsi visto che le società hanno speso ingenti risorse. Il Governo "sembra dire che nel nord Italia vuole fare le piattaforme e il nucleare ma non l'eolico offshore. Spero di sbagliarmi" conclude Bernabini.












