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Dopo la Coop, anche l’Unci replica alla Cgil: i nostri contratti sono legittimi

di Redazione   
Tempo di lettura 3 min
Mer 12 Gen 2011 13:20 ~ ultimo agg. 14 Mag 04:03
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“La Cgil – si legge in una nota del presidente nazionale Paolo Galligioni – fa riferimento ad una sentenza che riguarda una cooperativa attualmente in liquidazione e mai associata all’UNCI; si riferisce ad un contratto non più in essere e soprattutto la paga “incriminata” dei 4,5 euro l’ora, si riferisce ad un periodo lavorativo antecedente il 2005”.

La nota stampa dell’Unci

L’UNCI – Unione Nazionale Cooperative Italiane, Associazione giuridicamente riconosciuta dal 1975, respinge con forza le accuse mosse dal Segretario Cgil Emilia Romagna, Antonio Mattioli e dal Segretario Flai‐Cgil Emilia Romagna, Ivano Gualerzi, in materia di contrattazione collettiva di lavoro, facendo presente che questa campagna di stampa denigratoria contro l’UNCI, offende soprattutto il lavoro svolto quotidianamente dai soci delle cooperative associate all’UNCI. “Ad arte” fa riferimento ad una sentenza di primo grado del Tribunale di Torino, la n. 3818/2010, che: riguarda una cooperativa attualmente in liquidazione e mai associata all’UNCI; si riferisce ad un contratto non più in essere e soprattutto la paga “incriminata” dei 4,5 euro l’ora, si riferisce ad un periodo lavorativo antecedente il 2005. Nessuno, dunque, come sostenuto da più parti, sta giocando “al ribasso”, “piratando” i contratti o attuando un “dumping” sulle spalle dei lavoratori. Il vero “dumping” è l’evasione e l’elusione in tema di lavoro.
E i sindacati questo lo sanno bene.
L’UNCI, infatti, nel pieno rispetto della legge ed in sintonia con importanti realtà sindacali, ha
semplicemente messo nelle condizioni le imprese cooperative di concorrere regolarmente nel
mercato del lavoro, sottoscrivendo CCNL mirati alle esigenze del socio‐lavoratore di cooperativa,
prevedendo un doppio riferimento tabellare in tema di retribuzione: uno per i lavoratori
dipendenti non soci ed uno per i soci lavoratori dipendenti. Il primo è in linea con i minimali
predisposti dagli altri CCNL sottoscritti nel medesimo settore da altre organizzazioni; il secondo è costruito sull’art. 3 della L. n. 142/2001 che permette alle cooperative di inserire nel proprio regolamento interno l’attribuzione ai propri soci lavoratori di un ristorno sottoforma di integrazione salariale.
È poi opportuno ribadire, la piena validità del principio della libertà sindacale, sancito dall’art. 39 della Costituzione, che consente un regime di pluralismo contrattuale, ben potendo coesistere distinti contratti collettivi nella medesima categoria professionale, che regolino in modo differenziato i rapporti di lavoro. Del resto, anche famose realtà industriali come la FIAT o come l’Unicoop Toscana hanno, di recente, scelto di utilizzare una contrattazione diversa e mirata in grado di seguire meglio le evoluzioni del mercato del lavoro, rispetto alle quali il mondo sindacale sembra proprio non riuscire a stare al passo coi tempi.
La contrattazione UNCI rispetta tutti i criteri su cui si è basato in passato il concetto di
maggiore rappresentatività ed ora quello di maggiore rappresentatività comparata. I Nostri
CCNL sono regolarmente depositati al CNEL (dove l’Unci è presente da oltre 20 anni) e presso il
Ministero del Lavoro.
Tutta questa polemica va soprattutto a discapito dei lavoratori e del loro diritto ad una
retribuzione giusta, proporzionata e certa.
L’UNCI, infine, si dichiara pienamente disponibile a confrontarsi in un dibattito che coinvolga tutte
le sigle datoriali e sindacali regionali”.
Paolo Galligioni
Presidente Nazionale UNCI

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