Covid, in Regione nuovi casi in calo e basso tasso di ospedalizzazione


Nella settimana dal 23 al 29 settembre in Emilia Romagna si sono registrati 699 casi di positività al covid, 56 in meno rispetto a quelli della settimana precedente. Si tratta del calo più consistente tra le Regioni italiane. I nuovi casi sono 15,67 ogni 100mila abitanti. Lo riporta il monitoraggio della Fondazione Gimbe.
Tabella. Nuovi casi settimana 23-29 settembre
Regione |
Variazione casi rispetto alla settimana precedente |
Totale nuovi casi |
Nuovi casi per 100.000 abitanti |
Campania |
488 |
1.796 |
30,96 |
Veneto |
267 |
1.292 |
26,34 |
Lazio |
148 |
1.485 |
25,26 |
Piemonte |
125 |
752 |
17,26 |
Lombardia |
106 |
1.496 |
14,87 |
Sardegna |
101 |
493 |
30,07 |
Basilicata |
90 |
124 |
22,03 |
Sicilia |
41 |
803 |
16,06 |
Liguria |
20 |
623 |
40,18 |
Prov. Aut. Bolzano |
20 |
193 |
36,33 |
Umbria |
14 |
161 |
18,25 |
Friuli Venezia Giulia |
11 |
234 |
19,26 |
Valle D’Aosta |
10 |
26 |
20,69 |
Puglia |
-11 |
545 |
13,53 |
Toscana |
-19 |
737 |
19,76 |
Molise |
-21 |
29 |
9,49 |
Abruzzo |
-23 |
170 |
12,96 |
Prov. Aut. Trento |
-26 |
194 |
35,85 |
Marche |
-31 |
163 |
10,69 |
Calabria |
-47 |
99 |
5,08 |
Emilia Romagna |
-56 |
699 |
15,67 |
ITALIA |
1.207 |
12.114 |
20,07 |
Bassa in Emilia Romagna anche la percentuale di casi ospedalizzati sul totale degli “attualmente positivi”: sono il 4,6%. Inferiore alla media nazionale il rapporto positivi/casi testati che nella settimana dal 22 al 29 settembre è stata del 2,2%.
Il della Fondazione GIMBE rileva a livello nazionale un ulteriore incremento nel trend dei nuovi casi (12.114 vs 10.907) a fronte di un lieve aumento dei casi testati (394.396 vs 385.324). Dal punto di vista epidemiologico crescono i casi attualmente positivi (50.630 vs 45.489) e, sul fronte degli ospedali, i pazienti ricoverati con sintomi (3.048 vs 2.604) e in terapia intensiva (271 vs 239). Aumentano anche i decessi (137 vs 105).
In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
• Decessi: +32 (+30,5%)
• Terapia intensiva: +32 (+13,4%)
• Ricoverati con sintomi: +444 (+17,1%)
• Nuovi casi: +12.114 (+11,1%)
• Casi attualmente positivi: +5.141 (+11,3%)
• Casi testati +9.072 (+2,4%)
• Tamponi totali: +20.344 (+3,2%)
Da metà luglio i nuovi casi settimanali sono aumentati da poco più di 1.400 ad oltre 12.000, con incremento del rapporto positivi/casi testati dallo 0,8% al 3,1%, mentre i casi attualmente positivi sono più che quadruplicati: da 12.482 a 50.630.
Aumenta il rapporto positivi/casi testati, in particolare in alcune Regioni come Liguria (6,4%) e Campania (5,4%).
Sul versante delle ospedalizzazioni, si registra un incremento dei pazienti ricoverati con sintomi e in terapia intensiva, che in poco più di 2 mesi sono aumentati rispettivamente da 732 a 3.048 e da 49 a 271.
“Se guardando al dato nazionale – puntualizza il presidente della Fondazione Nino Cartabellotta – i numeri appaiono ancora bassi e non fanno registrare al momento particolari sovraccarichi dei servizi ospedalieri, iniziano ad emergere differenze regionali rilevanti“. Al 29 settembre ben 6 Regioni, quasi tutte del Centro-Sud, registrano tassi di ospedalizzazione per 100.000 abitanti superiori alla media nazionale di 5,5: Lazio (12,2), Liguria (10,6), Campania (7,8), Sardegna (7,4), Sicilia (6,2) e Puglia (5,6).
“Che la situazione nazionale sia sotto controllo – continua il Presidente – è documentato anche dalla composizione percentuale dei casi attualmente positivi che si mantiene costante dai primi di luglio. Mediamente il 93-94% dei contagiati sono in isolamento domiciliare perché asintomatici/oligosintomatici; il 5-6% sono ricoverati con sintomi e quelli in terapia intensiva sono lo 0,5%. Tuttavia, anche per questo indicatore le differenze regionali accendono ulteriori spie rosse“. In alcune Regioni, infatti, la percentuale dei casi ospedalizzati è nettamente superiore alla media nazionale del 6,6%: Sicilia (11,1%), Lazio (10,2%), Liguria (9,6%) Puglia (9,2%).
“Ormai da oltre 9 settimane consecutive – conclude Cartabellotta – i numeri confermano la crescita costante della curva epidemica e delle ospedalizzazioni: in assenza di variabili che portino ad una flessione della curva, bisogna prendere atto che il progressivo incremento dei casi attualmente positivi inizia a determinare dapprima segni di sofferenza del sistema di tracciamento da parte dei servizi territoriali e poi di sovraccarico ospedaliero, in particolare nelle Regioni del Centro-Sud. Solo il potenziamento territoriale della gestione della pandemia permetterà di rallentare la risalita della curva epidemica: da un consistente rafforzamento del sistema di testing & tracing a misure adeguate di isolamento domiciliare per evitare contagi intra-familiari; da un’estensiva copertura della vaccinazione antinfluenzale (non solo delle categorie a rischio), al monitoraggio attivo dei pazienti in isolamento domiciliare“.