'Altro che stagione da record'
Conflavoro e Riviera Sicura: stagione in affanno, preoccupanti i dati di luglio
In foto: repertorio

di Redazione

Mer 6 Ago 2025 11:52 ~ ultimo agg. 17:51
Un sondaggio promosso da Conflavoro PMI Rimini e Riviera Sicura, condotto su 307 strutture ricettive del territorio, fotografa una situazione preoccupante dell’andamento di luglio 2025.
Sul tema occupazione delle camere, per luglio 2025 solo il 10,7% ha registrato un’occupazione oltre il 90%; il 40% delle strutture è rimasto sotto il 70%. A confronto con luglio 2024, il 53,4% ha registrato un’occupazione inferiore e solo il 10,1% dichiara risultati migliori.
Al capitolo tariffe di vendita: il 43,3% ha venduto a tariffe più basse rispetto al 2024; il 15% ha subito un calo drastico dei prezzi. Il 57,7% degli operatori ha registrato una clientela a basso potere di spesa. Nel 61,9% dei casi, gli stranieri rappresentavano meno del 20% della clientela. Non va meglio per le previsioni per agosto: il 36,5% degli operatori prevede un andamento scarso o molto scarso
Dicono le associazioni: "tra le priorità, bisogna puntare su investimenti strutturali nel comparto termale e benessere, che rappresentano un’opportunità concreta di destagionalizzazione.
E serve con decisione contribuire agli investimenti sull’aeroporto, perché oggi il mezzo più veloce per raggiungere le nostre località è anche il più richiesto e apprezzato. Se vogliamo rimanere competitivi, dobbiamo essere connessi con il mondo".
Da dove ripartire, per Conflavoro:
Ripensare l’offerta turistica per sostenere i flussi anche durante la settimana
Interventi immediati su costo del lavoro, energia e tassazione locale
Un piano di marketing digitale mirato, da avviare già in inverno
Liquidità per le imprese stagionali, soprattutto familiari
Un osservatorio indipendente per monitorare i dati reali e orientare le strategie
Sul tema occupazione delle camere, per luglio 2025 solo il 10,7% ha registrato un’occupazione oltre il 90%; il 40% delle strutture è rimasto sotto il 70%. A confronto con luglio 2024, il 53,4% ha registrato un’occupazione inferiore e solo il 10,1% dichiara risultati migliori.
Al capitolo tariffe di vendita: il 43,3% ha venduto a tariffe più basse rispetto al 2024; il 15% ha subito un calo drastico dei prezzi. Il 57,7% degli operatori ha registrato una clientela a basso potere di spesa. Nel 61,9% dei casi, gli stranieri rappresentavano meno del 20% della clientela. Non va meglio per le previsioni per agosto: il 36,5% degli operatori prevede un andamento scarso o molto scarso
Dicono le associazioni: "tra le priorità, bisogna puntare su investimenti strutturali nel comparto termale e benessere, che rappresentano un’opportunità concreta di destagionalizzazione.
E serve con decisione contribuire agli investimenti sull’aeroporto, perché oggi il mezzo più veloce per raggiungere le nostre località è anche il più richiesto e apprezzato. Se vogliamo rimanere competitivi, dobbiamo essere connessi con il mondo".
Da dove ripartire, per Conflavoro:
Ripensare l’offerta turistica per sostenere i flussi anche durante la settimana
Interventi immediati su costo del lavoro, energia e tassazione locale
Un piano di marketing digitale mirato, da avviare già in inverno
Liquidità per le imprese stagionali, soprattutto familiari
Un osservatorio indipendente per monitorare i dati reali e orientare le strategie
I commenti:
Corrado Della Vista, presidente Conflavoro PMI Rimini:
"Altro che stagione da record. Chi lavora davvero nel turismo l’aveva detto in tempi non sospetti: l’estate 2025 non avrebbe retto il peso dell’ottimismo da scrivania. Oggi, i dati lo dimostrano in modo inequivocabile".
«Nessun albergatore vuole svendere il proprio lavoro.
Se ci fosse domanda, i prezzi sarebbero più alti. Il problema è strutturale: durante la settimana manca la richiesta. Il mercato ci costringe a svendere per non lasciare le camere vuote. E questa non è una scelta, ma una necessità».
Giosuè Salomone, presidente Riviera Sicura, aggiunge:
«Dati che rispecchiano le nostre previsioni fatte già questo inverno. Era calata drasticamente la ricerca della destinazione Rimini sul web. E minore ricerca poteva portare solo a una minore richiesta. Il problema maggiore, però, sta nel drastico calo delle tariffe, che produce un crollo di fatturato ben più pesante del semplice calo di presenze. Ma i costi fissi per gli operatori, invece, continuano a salire. Se questo trend dovesse mantenersi anche per la prossima stagione, molte attività saranno costrette a chiudere».
Della Vista conclude:
«Va benissimo sostenere il turismo congressuale, sportivo e fieristico, che oggi sta dando ottimi segnali. Ma è il turismo estivo e balneare quello che incide davvero sull’economia del territorio: e quest’anno ha avuto una pressione molto bassa. Le attività stagionali – che vivono in pochi mesi tutto il loro fatturato – sono le più colpite e rischiano di non reggere un altro anno così.
«Nessun albergatore vuole svendere il proprio lavoro.
Se ci fosse domanda, i prezzi sarebbero più alti. Il problema è strutturale: durante la settimana manca la richiesta. Il mercato ci costringe a svendere per non lasciare le camere vuote. E questa non è una scelta, ma una necessità».
Giosuè Salomone, presidente Riviera Sicura, aggiunge:
«Dati che rispecchiano le nostre previsioni fatte già questo inverno. Era calata drasticamente la ricerca della destinazione Rimini sul web. E minore ricerca poteva portare solo a una minore richiesta. Il problema maggiore, però, sta nel drastico calo delle tariffe, che produce un crollo di fatturato ben più pesante del semplice calo di presenze. Ma i costi fissi per gli operatori, invece, continuano a salire. Se questo trend dovesse mantenersi anche per la prossima stagione, molte attività saranno costrette a chiudere».
Della Vista conclude:
«Va benissimo sostenere il turismo congressuale, sportivo e fieristico, che oggi sta dando ottimi segnali. Ma è il turismo estivo e balneare quello che incide davvero sull’economia del territorio: e quest’anno ha avuto una pressione molto bassa. Le attività stagionali – che vivono in pochi mesi tutto il loro fatturato – sono le più colpite e rischiano di non reggere un altro anno così.
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