Commerciale in via Bassi, la complessa questione di autorizzazioni e ricorsi


E’ sulla autorizzazione commerciale per la struttura di vendita prevista nel progetto che si è disputato l’ultimo scontro a distanza tra Ariminum Sviluppo Immobiliare e Amministrazione Comunale di Rimini sul futuro dell’area dell’ex Questura di via Bassi.
“Con una comunicazione al protocollo n. 0018359/2023 del 18/01/2023 ci è stata rilasciata l’autorizzazione commerciale”, ha detto ieri Marco Da D’Alto, responsabile del progetto Rimini Life. Questa mattina la smentita dell’Amministrazione Comunale: “Risultano prive di qualunque fondamento le ultime dichiarazioni del dottor Da Dalto del Gruppo ASI in merito a presunte autorizzazioni rilasciate dagli uffici comunali a una nuova superficie di vendita in via Roma”.
Una complessa questione amministrativa su cui cerchiamo di fare un po’ di chiarezza. La comunicazione a cui si fa riferimento riguarda un parere del Dirigente del Settore Sistema e Sviluppo Economico in merito all’istanza presentata dalla Rimini Retail Srl per la realizzazione di una media struttura di vendita al dettaglio a prevalenza alimentare con una superficie di vendita di 1.500 mq. Il Dirigente rilasciava parere positivo per quanto di sua competenza. Il parere negativo è invece arrivato poi dagli uffici per la pratica edilizia: le due autorizzazioni sono disgiunte ma confluiscono nella stessa conferenza dei servizi per cui il progetto non ha avuto il via libera.
Un parere positivo non è un’autorizzazione, da qui la smentita dell’Amministrazione Comunale. Che specifica oggi “a seguito della chiusura negativa della Conferenza dei Servizi sulla proposta ASI, anche gli uffici delle Attività economiche del Comune di Rimini hanno negato autorizzazione”.
Marco Da D’Alto spiega che l’atto rilasciato “chiarisce che il richiedente ha i requisiti per esercitare l’attività, così come il format con le sue suddivisioni che rispondono alla normativa del commercio”. Quindi “Se si fosse realizzato l’edificio saremmo stati legittimati ad aprire l’attività come proposta, perché è autorizzata la dimensione della superficie di vendita e di quella per le aree di lavorazione, ritenute coerenti e idonee alla attività”. Ovvero “se il TAR o il Consiglio di Stato” – dove presumibilmente andrà a finire la questione – “ci dessero ragione sui ricorsi, il supermercato lo potremmo realizzare esattamente così come proposto e potremmo esercitare l’attività, perché c’è già l’autorizzazione commerciale, non certo un centro logistico”. Quindi, chiarisce ulteriormente Da D’Alto, se dalle sedi giudiziarie arrivasse il via libera, non ci sarebbe bisogno di una nuova autorizzazione commerciale perché sarebbe sufficiente il parere già rilasciato.
L’unico punto su cui entrambe le parti convengono è che il confronto dovrebbe avvenire in sedi opportune e non via comunicati stampa. L’Amministrazione Comunale ricorda di avere espresso disponibilità, mentre Da D’Alto rincara: “Da mesi chiediamo di ricondurre il dialogo ai luoghi istituzionali. È paradossale sia il Comune ad invocarlo”.