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Accuse respinte

Caso Gilberto. Le precisazioni di Federterziario: paga d'accesso è di 1400 euro

In foto: Emanuela D'Aversa, responsabile ufficio relazioni industriali di FederTerziario
Emanuela D'Aversa, responsabile ufficio relazioni industriali di FederTerziario
di Redazione   
Tempo di lettura 5 min
Mar 12 Ago 2025 15:13 ~ ultimo agg. 15:31
Tempo di lettura 5 min

In merito a quello che è stato ribattezzato "caso Gilberto", il giovane animatore che un video su Tik Tok ha stigmatizzato le condizioni di compenso e alloggio in una struttura riminese (vedi notizia), arrivano le precisazioni di FederTerziario. "Con la qualifica più bassa del nostro contratto una paga mensile da oltre 1.400 euro e nessuna decurtazione obbligatoria per l'alloggio". A gettare acqua sul fuoco anche la presidente degli albergatori Patrizia Rinaldis che ha spiegato all'Ansa che l’hotel in questione si affida ad una agenzia a cui paga oltre 30.000 euro per avere tre-quattro animatori con un eventuale rinforzo per i tre mesi estivi. “Questo albergatore ha un contratto di agenzia regolarissimo e i contenuti li avranno pattuiti prima” conclude Rinaldis.

La nota di FederTerziario

In riferimento al caso dell'animatore turistico che ha abbandonato la struttura alberghiera dove, ingaggiato tramite un'agenzia del settore, avrebbe dovuto lavorare per la stagione estiva, denunciando uno stipendio insufficiente dopo la decurtazione dovuta all'utilizzo di un alloggio considerato inadeguato, interviene FederTerziario, l'organismo datoriale che, assieme a UGL, ha sottoscritto il CCNL per animatori turistici e professionisti del mondo dell’intrattenimento che è stato al centro delle cronache di questi giorni. 
"Pur senza volere entrare nel merito del caso specifico, in ordine al quale non abbiamo alcuna contezza diretta ma solo versioni contrastanti - spiega Emanuela D'Aversa, responsabile ufficio relazioni industriali di FederTerziario -, siamo obbligati a fare delle precisazioni, soprattutto in merito alle diffamanti affermazioni che hanno etichettato come 'pirata' un contratto come il nostro che, per la prima volta, ha regolamentato un settore nel quale spesso i lavoratori, per lo più giovanissimi, non avevano alcuna tutela e ai quali è stata data la possibilità di conoscere ed eventualmente rivendicare i propri diritti, come ad esempio l’assistenza sanitaria integrativa. Grazie al nostro contratto tantissimi lavoratori hanno potuto trovare, per la prima volta nella loro vita professionale, un inquadramento adeguato alle loro competenze".

Il CCNL, rinnovato nel 2023, prevede, a partire dal primo giugno dell'anno in corso, una paga mensile pari a € 1.426,44 per la qualifica più bassa (5° livello). "Riteniamo - aggiunge D'Aversa - che sia una retribuzione d'accesso più che rispettabile e sicuramente adeguata alla qualità e alle modalità peculiari di una prestazione lavorativa discontinua e che in alcuni momenti della giornata richiede un limitato apporto di energie e di impegno tecnico. Pertanto riteniamo che il nostro CCNL, anziché ridurre i diritti dei lavoratori, come è stato scritto, al contrario favorisca gli operatori e le imprese che operano nell’ambito dell’intrattenimento, dell’animazione e delle professioni assimilate perché dispongono di strumenti normativi adeguati per valorizzare le competenze maturate, riconoscere i giusti aumenti retributivi e agevolare la formazione personalizzata”. 
Sulla stessa lunghezza d'onda l'intervento di Giulio De Mitri, segretario generale UGL Terziario: "Le norme contenute nel CCNL sono a salvaguardia dei lavoratori del settore, dei diritti fondamentali, del salario, delle condizioni di lavoro, nonché della sicurezza sul lavoro. Riteniamo pertanto strumentale e priva di ogni fondamento la narrazione social e mediatica che è emersa in questi giorni. Anzi rivendichiamo il merito di avere dato un contratto collettivo con paghe adeguate e diritti fondamentali ad un settore in passato dominato dal lavoro nero, da finte collaborazioni e totale precarietà. Ci rendiamo disponibili ad un confronto 'reale' non social, ad un confronto sui 'fatti' e non sui racconti". 

Altro nodo delicato riguarda la questione del cosiddetto "comfort pack", emerso sui media come un escamotage per decurtare le paghe dei lavoratori. Si tratta, al contrario, di un'opzione facoltativa che può essere definita di concerto tra datore di lavoro e il dipendente e che ne prevede l'attivazione solo nel caso in cui quest'ultimo ritenga di voler soggiornare in strutture messe a disposizione direttamente dal datore di lavoro o in strutture convenzionate con il datore stesso, previa quantificazione del valore del vitto, dell’alloggio e dei servizi fornitigli. E anche nel caso in cui il dipendente decidesse di usufruire del "comfort pack", il contratto collettivo prevede che i costi relativi ai servizi possano essere decurtati dallo stipendio oppure corrisposti direttamente dal dipendente con le cadenze stabilite dalle parti.

"È sempre facoltà del lavoratore non fruire del comfort pack - sottolinea la responsabile ufficio relazioni industriali di FederTerziario - che è solo un’opportunità offerta ai dipendenti che, ove lo ritengano più vantaggioso, possono sempre alloggiare e consumare i pasti in maniera autonoma e ai prezzi di mercato che, soprattutto in alcune zone e nei periodi in cui gli animatori operano, potrebbero essere insostenibili". Anche per UGL, il CCNL, in relazione al "comfort pack", oltre a garantirne la volontarietà, "stabilisce in modo chiaro che l’alloggio deve essere adeguato per dimensioni, igiene, pulizia, distanza, e che il vitto deve essere congruo".

FederTerziario, da oltre 30 anni in prima linea nel supportare le micro, piccole e medie imprese e che oggi vede oltre 90mila aziende associate, ribadisce che "realtà come la nostra - conclude Emanuela D'Aversa - si impegnano costantemente e con risultati concreti per conciliare le esigenze di flessibilità organizzative di imprese e i diritti dei lavoratori. Questa situazione ci ha lasciato profondamente amareggiati e valuteremo eventuali azioni a tutela della nostra immagine".  

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