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Caso Geat. Fantini presenta dimissioni e attacca ‘Santiboys’

di Redazione   
Tempo di lettura 6 min
Mer 24 Ott 2007 16:43
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Nella lettera, in cui si toglie più di un sassolino, Fantini parla di chiare pressioni politiche e dell’adozione, da parte dell’aministrazione, di prassi amministrative discutibili anche nella richiesta della riduzione dei membri del CdA.
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La lettera di Fantini:

Riccione, 24 ottobre 2007

Signor Sindaco,
rispondo in maniera egualmente pubblica alla lettera che il 12 ottobre scorso mi ha indirizzato e nella quale, prescindendo dai riferimenti giuridici piuttosto discutibili, mi si chiede, in qualità di presidente, di Geat di convocare il consiglio di amministrazione della società per definire una data ravvicinata per lo svolgimento dell’assemblea dei soci.
Domani pomeriggio si svolgerà il consiglio; proporrò la data del 20 novembre per l’assemblea.
Nella sua lettera riconosce nella sostanza come corretto l’agire di Geat sino a questo momento, compresa la riduzione dei componenti il cda per adeguarsi alla normativa vigente.
Va anche ricordato che la norma che riduce i componenti dei consigli di amministrazione di società a partecipazione pubblica, prevede comportamenti diversi fra quelle totalmente pubbliche e quelle nelle quali è presente anche il privato.
Tengo particolarmente a questo riconoscimento: l’osservanza scrupolosa degli aspetti formali è sempre stato un requisito distintivo di Geat, che anche grazie a ciò ha raggiunto una qualità gestionale unanimemente riconosciuta.
Se vogliamo che l’attività di Geat continui ad essere rispettosa della Legge, prassi vuole che le modifiche dei vertici societari avvengano all’inizio dell’esercizio seguente, quindi subito dopo l’approvazione del bilancio prevista entro aprile 2008. E’ una precisa assunzione di responsabilità, così consueta, che sinceramente doverlo sottolineare mi stupisce non poco.
Prendo atto che il rapporto fiduciario esistente all’inizio del mio mandato non è lo stesso di oggi. Quando proprietà e presidenza capiscono di trovarsi su piani differenti, è giusto prendere provvedimenti.
Quindi ribadisco ancora una volta la disponibilità a dimettermi in sede di approvazione del bilancio di esercizio 2007. Credo sia corretto attendere quella data perché lo stesso codice civile, che spero possa mettere tutti d’accordo, prevede che le cariche societarie siano vincolate agli esercizi finanziari.
Fin qui la mia posizione in un ambito di rispetto delle leggi, delle prassi, del buon senso e dell’interesse di una società attiva al servizio dei cittadini.
Signor Sindaco, questi mesi sono però trascorsi all’insegna di ben altro.
Nel maggio 2007 il segretario-assessore dell’allora partito dei DS di Riccione, mi chiese di rassegnare le dimissioni e mi chiese di motivarle con cause personali. Gli risposi che non avevo motivi personali che mi inducessero a dimettermi e respinsi quella richiesta. Da quel giorno non ho più avuto il piacere di parlare con un esponente di quel partito (il mio partito), se non fugaci battute al Festival dell’Unità,
Pubblicamente si è poi fatto riferimento alla scadenza del doppio mandato quale giustificazione per la mia rimozione, un limite che non conoscevo e che non ho mai visto applicato in società pubbliche.
Ho anche sentito parlare di anzianità dei presidenti. Lascio ai sociologi stabilire se chi è alla soglia dei 50 anni sia giovane o no. Dei tre designati dal Comune di Riccione sono il più giovane d’età e di militanza politica.
Divenni presidente nel 1999 perché, nella distribuzione degli incarichi, la presidenza della GEAT non risultò particolarmente ambita, visto che non fu rivendicata da nessuno. Fu lei, signor Sindaco, ad accogliere la mia richiesta di occuparmi di Geat. Lo ricordo, perché non fu una nomina del nostro partito.
Nella richiesta della mia sostituzione da parte di un gruppo di diessini, probabilmente c’è anche il mio atteggiamento di chiusura rispetto a tentativi di interferenza gestionale.
Ho aspettato a lungo un chiarimento, ho aspettato che qualcuno si prendesse la responsabilità di dire pubblicamente che le ragioni di questa azione sono tutte di natura politica.
Ho atteso di poter partecipare a incontri ufficiali, più volte promessi e mai avvenuti, per chiarire questo concetto.

Nel frattempo le persone che, signor Sindaco, esercitano su di lei pressioni, hanno evitato di esaminare il piano industriale della Geat, hanno fatto saltare le convocazioni del dipartimento che se ne doveva occupare. Questo ha arrecato danno alla Geat, soprattutto ora che abbiamo allargato la base sociale, che altri Comuni ed Enti Locali del circondario si avvalgono dei nostri servizi e che mi auguro in futuro vengano assolutamente tutelati. In questo momento Geat ha infatti bisogno di sensibilità e di attenzione per non bloccarne lo sviluppo.
Ho aspettato segnali di chiarezza, mi è dispiaciuto non trovarli nella sua lettera. Soprattutto non mi aspettavo che i soggetti all’origine di questa vicenda fossero capaci di arrivare a tal punto per la smania di protagonismo che li pervade. Leggo e sento di blocco dell’attività consiliare. Resto allibito. Non ho dimestichezza con questo modo di fare politica.
Giungo alle conclusioni.
Credo che l’amore della verità imponga di riconoscere che la mia sostituzione ha natura esclusivamente politica.
Visto che la scadenza di aprile 2008 potrebbe crearle ulteriori problemi, domani proporrò all’ordine del giorno dell’assemblea dei soci anche la revoca del presidente, percorso che porterà questa situazione all’attenzione del consiglio comunale, così da mettere alla luce del sole i contorni dell’iniziativa condotta dal gruppo che qualcuno ha definito in maniera davvero significativa ‘Santiboys’ e arrivare così alla mia rimozione.
Proporrò di revocare solo il presidente, perché sono evidentemente io il problema. Penso che le pretese e tanto ambite modifiche statutarie, invece di focalizzarsi sul numero dei consiglieri, peraltro già adeguato alle norme di legge, dovrebbero concentrarsi sui processi di delega necessari a garantire una gestione sempre più manageriale e non esclusivamente politica dell’azienda.
Ho risposto a lei, signor Sindaco, perché ha avuto la cortesia di rivolgermi la richiesta di farmi da parte, pur evitando di motivarla chiaramente. Ho atteso invano la posizione ufficiale di chi ha originato questa situazione, di chi l’ha architettata, di chi l’ha messa, signor Sindaco, in una condizione che immagino imbarazzante. Auspico che ora queste mie parole possano portarli allo scoperto.
Spero sia chiaro che la ritengo vittima della situazione creatasi. Mi spiace non aver percepito un suo moto di ribellione.
Confido nei prossimi mesi, quando sarà più facile ragionare al proposito e come per anni siamo stati abituati a fare, di poterla convincere che la Riccione che abbiamo in mente si merita di più e di meglio di quel che si prospetta.

Con immutata stima.

Valeriano Fantini, Presidente Geat Spa.

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