Caduta fatale in carrozzina nella Rsa. La Procura: "E' omicidio colposo"


Una caduta accidentale dalle scale della residenza per anziani Quisisana di Rimini costò la vita ad una riminese di 76 anni, affetta da demenza senile e costretta sulla sedia a rotelle. Un incidente che per la Procura di Rimini poteva essere evitato se non fosse stata omessa ogni custodia e vigilanza della donna e se l'accesso al vano scale non fosse stato privo dei necessari dispositivi di sicurezza. Per questo motivo il sostituto procuratore Luca Bertuzzi, che ha coordinato le indagini della Squadra Mobile di Rimini, ha chiesto il rinvio a giudizio di un operatore socio sanitario di 33 anni, originario di Ancona, e della responsabile della struttura, una 46enne rumena, per omicidio colposo in concorso. Entrambi, assistiti dall'avvocata Eleonora Ciliberti del Foro di Milano, il prossimo 11 dicembre dovranno comparire davanti al gip di Rimini Vinicio Cantarini per l'udienza preliminare.
La vittima si chiamava Maria Rosaria Onorati ed era ospite della struttura grazie al progetto del Comune di Rimini per l’accoglienza temporanea di sollievo, che viene fornita alle famiglie di anziani non autosufficienti. Si sarebbe dovuta trattenere nella casa di riposo per una ventina di giorni, invece il 25 luglio del 2023, a una settimana dal suo ingresso nella Rsa, si è consumata una tragedia inaspettata. L'anziana, secondo quanto ricostruito dalla Procura, si trovava sulla carrozzina, nella sua stanza al terzo piano, quando è precipitata dalle scale. Il personale sanitario, udito il forte trambusto, era corso a vedere cosa fosse successo e aveva trovato la 76enne riversa sul pianerottolo situato a metà della rampa, con la carrozzina ribaltata. Maria Rosaria era immobile e non rispondeva agli stimoli. Il medico della struttura l'aveva soccorsa subito, ma ormai per lei non c’era più nulla da fare. Quando arrivarono i sanitari del 118, fu constatato il decesso, avvenuto per "trauma cranioencefalico subìto a seguito della rovinosa caduta".
Il magistrato all'epoca di turno, Luca Bertuzzi, informato della morte, aveva aperto un fascicolo come atto dovuto, che successivamente ha visto iscritti nel registro degli indagati l'oss che per ultimo aveva ricevuto in cura la 76enne e che, secondo gli inquirenti, avrebbe omesso ogni forma di vigilanza e custodia, e la responsabile della struttura che non avrebbe impartito disposizioni affinché il vano scale, il cui accesso era libero, fosse sottoposto ad adeguata vigilanza.
“Siamo davvero provati e choccati per quanto accaduto – ci dice aveva raccontato al telefono la coordinatrice di Quisisana Rimini -. Dopo il riposo pomeridiano, la signora è stata alzata dal letto da un nostro operatore, sistemata e posizionata sulla carrozzina. E’ rimasta nella stanza in attesa di essere accompagnata nel salone al piano terra per le attività del pomeriggio. Cosa sia successo dopo davvero non lo sappiamo. Abbiamo sentito un grosso rumore e siamo corsi a vedere. Il nostro personale ha prestato alla signora le prime cure insieme al medico della struttura, ma nonostante la tempestività dell’intervento non c’è stato nulla da fare.Siamo a disposizione della magistratura e pronti a collaborare per fare luce su quanto accaduto. E’ un incidente gravissimo del quale non mi capacito, anche perché il nostro personale è super qualificato e i nostri ospiti accaduti con grande cura. Ci siamo subito premurati di fare in modo che loro non si accorgessero della gravità della situazione per non turbarli e, fortunatamente, ci siamo riusciti”.
La famiglia di Maria Rosaria, che nel frattempo si è rivolta all'avvocato Giuliano Renzi, resta in attesa di capire se dietro la morte della 76enne ci siano stati dei comportamenti negligenti e imprudenti da chi avrebbe dovuto prendersene cura.