Bilancio 2009. Il Comune dovrà far fronte a tagli per 10mln di euro


A dirlo, è l’assessore al bilancio, Antonella Beltrami, che evidenzia come i settori più colpiti saranno servizi sociali, sanità e infrastrutture.
In un contesto economico recessivo, afferma l’assessore, l’obiettivo primario del bilancio è di sostenere lo sviluppo equilibrato, solidale e innovativo del tessuto economico-sociale-culturale attraverso il mantenimento del livello del welfare ed un adeguato livello di investimenti, senza incrementare la pressione tributaria locale.
I milioni di euro mancanti, conclude la Beltrami, orienteranno però sempre più l’attività del Comune verso la governance del territorio, piuttosto che verso la tradizionale gestione.
La nota dell’assessore Beltrami
Nelle prossime settimane, il Comune di Rimini affronterà la discussione orientata alla definizione e all’approvazione del Bilancio 2009. Un dibattito che quest’anno si presenta particolarmente complesso per tutti gli Enti locali del Paese, avendo davanti un fatto chiaramente inedito: la scelta consapevole da parte del Governo centrale di tagliare risorse, trasferimenti, stanziamenti soprattutto ai Comuni, concentrandosi sui capitoli di spesa più consistenti a partire da servizi sociali, sanità, infrastrutture. Tutto ciò si cala in un contesto generale estremamente difficile, in primis per cittadini e famiglie alle prese con una crisi economica che dovrebbe essere almeno controbilanciata dal mantenimento delle garanzie date dal welfare.
Nell’affrontare il confronto con le forze politiche, sociali e economiche cittadine sul bilancio 2009 va detto chiaramente qual è la portata delle cifre in gioco. Per Rimini ad oggi ammonta a circa 10 milioni di euro la riduzione di entrate, tra tagli e mancati trasferimenti, decisa scientemente dal Governo italiano.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge finanziaria 2009, ora in discussione in Parlamento. Di fatto però il DL 112/2008 detto “manovra d’estate”, contiene le disposizioni per la finanza dello Stato del prossimo triennio. In agosto il DL 93/08, inoltre ha abolito l’ICI sulla prima casa, finanziando solo in parte le minori entrate per i Comuni.
Le principali disposizioni per i Comuni sono, da un lato la riduzione ulteriore dei trasferimenti erariali di altri 200 milioni di euro (pari a circa il 3% del contributo ordinario); dall’altro la riconferma, della metodologia del patto di stabilità “ibrido” ma con obiettivi più penalizzanti per i Comuni, sia virtuosi che non.
A proposito di comuni occorre ricordare che nel 2007 la spesa dei comuni italiani registra un saldo positivo di 325 milioni, unico esempio nella PA poiché tutti gli altri comparti (province, regioni, sanità, stato) continuano a produrre disavanzo. Ancora una volta si scaricano sui comuni i costi principali.
Al quadro sopra descritto occorre aggiungere l’incertezza sui trasferimenti 2008. Pur essendo stato approvato recentemente il decreto legge 145/08 denominato “salva deficit”, che consente l’accertamento convenzionale per consentire agli enti locali di chiudere in modo giuridicamente corretto il bilancio 2008, non è prevista la completa copertura finanziaria del minor introito dell’abolizione ICI sulla prima casa, né dei tagli per l’ICI rurali, né per i cosiddetti costi della politica.
Nonostante il DL 93/2008 che abolisce l’ICI sulla prima casa, sancisca il rimborso totale delle minori entrate certificate dai comuni, l’acconto del 50% erogato in luglio (4,4 mil €), che presuppone un totale di 8,8 mil di euro equivale per il comune di Rimini ad una decurtazione di 2,4 milioni di euro poiché la minore entrata ai sensi è di 11,2 milioni di euro. Per il 2009 a ciò vanno aggiunte le minori entrate legate agli incrementi che ogni anno si producevano a seguito delle nuove abitazioni (circa 500.000 euro/anno), e i proventi derivati dalla lotta all’evasione che per il comune di Rimini valevano oltre un milione l’anno. Il Totale per gli anni 2008-2009 vale 6,3 mil di euro, escludendo la dinamicità sono 4,8. .
A ciò si devono aggiungere le decurtazioni legata a stime per presunti risparmi sui costi della politica (che il comune non aveva) di 700.000 euro. Ciò si ripropone anche per il 2009 e sono altri 1,4 milioni di euro.
Infine a tutto ciò occorre sommare le somme trattenute ai sensi della legge 286/2006 stimate dallo stato in 1.443.000 euro mentre la somma effettivamente introitata è di 477.850 euro. La differenza è di 965.150 euro/anno per due anni vale 1.930.000 euro.
E’ chiaro che in un contesto economico recessivo, obiettivo primario del bilancio 2008 del Comune di Rimini è di sostenere lo sviluppo equilibrato, solidale e innovativo del tessuto economico-sociale-culturale cittadino attraverso il mantenimento del livello del welfare ed un adeguato livello di investimenti, senza incrementare la pressione tributaria locale. Ma è altrettanto palese che i milioni e milioni di euro ‘sottratti’ unilateralmente orienteranno sempre più l’attività del Comune e dei Comuni verso la governance del territorio, piuttosto che verso la tradizionale gestione. Non è un problema di poco conto, in un momento in cui gli italiani chiedono a ragione risposte a un contesto di grave crisi individuale e collettiva. Se il risultato della manovra Tremonti è questo ci avvicineremo a un vero e proprio paradosso logico: si creerà più povertà e nello stesso tempo si costringeranno gli Enti, specie quelli locali, a contrarre le soluzioni (in termini di offerta di servizi) ai gravissimi problemi che questo impoverimento sicuramente determinerà.
Antonella Beltrami
Assessore alle Politiche di Bilancio del Comune di Rimini