Anche Riccione ha il suo Cau. Aperto a due passi dal Pronto Soccorso


Su viale Formia, a due passi dall’ingresso del Pronto Soccorso ha aperto il Cau di Riccione. Era l’ultimo tassello dei centri di assistenza e urgenza che mancava nella provincia di Rimini e l’obiettivo, come per gli altri che sono attivi in Romagna, è quello di essere un presidio per rispondere a pazienti con patologie sì urgenti ma di bassa complessità e gravità. Partito un po’ in sordina il 1 ottobre, nel primo fine settimana ha fatto già registrare numeri significativi. Sarà aperto tutti i giorni dalle 8 alle 20, in dialogo con i sanitari del PS.
Per un territorio come Riccione, a forte vocazione turistica, l’auspicio è che il nuovo presidio sanitario possa migliorare le prestazione nei confronti di cittadini e vacanzieri.
Le dichiarazioni:
Daniela Angelini, sindaca di Riccione e presidente Comitato di Distretto
“L’apertura del CAU di Riccione rappresenta un passo concreto verso una sanità sempre più vicina ai cittadini. Non è solo un nuovo servizio, ma la realizzazione di una visione che mette al centro il diritto alla cura e alla fiducia nel sistema sanitario. Questo Centro garantirà risposte tempestive e professionali ai bisogni di salute urgenti e a bassa complessità, alleggerendo i Pronto Soccorso e rafforzando l’assistenza territoriale. Come Amministrazione comunale e come Distretto, crediamo nella costruzione di una rete di prossimità capace di dare sicurezza e continuità ai pazienti. Il CAU è un tassello fondamentale di questo percorso, che proseguirà con la futura Casa della Comunità di San Lorenzo, rendendo il nostro sistema ancora più forte e vicino alle persone”.
Tiziano Carradori, Direttore Generale Ausl Romagna
“E’ l’ultimo Centro di Assistenza e Urgenza che come Azienda dovevamo attivare in questo ambito e ci aspettiamo un certo tipo di riscontro sulla base dei risultati che stiamo rilevando. Da poco più di un anno a questa parte i CAU hanno già totalizzato circa 350mila accessi, in particolare con giudizi molto positivi da parte della popolazione: i dati indicano che quelli aperti in Romagna hanno i migliori apprezzamenti da parte dell’utenza tra quelli attivi in regione. E’ una fase intermedia, nelle more del completamento della rete delle Case della Comunità e della revisione dell’organizzazione dei Medici di Medicina Generale, però è evidente che c’era un bisogno insoddisfatto. La composizione della casistica è sostanzialmente conferme a quel che ci si aspettava, con predominanza di problemi ortopedici. Emergono di recente alcuni effetti positivi, ovvero di significativa riduzione di accessi a bassa complessità nei Pronto Soccorsi, che all’inizio non sembravano diminuire, anche se a livello di accessi complessivi non è cambiato nulla. Questo tipo di intervento fa parte di una trasformazione e valorizzazione dei colleghi che operavano nell’ambito della continuità assistenziale, che abbiamo superato: operare in una struttura di questo tipo, piuttosto che nelle modalità tradizionali della cosiddetta guardia medica, penso sia un elemento di particolare qualificazione dell’attività. Completiamo quanto preventivato nonostante le enormi difficoltà in cui si trova il Servizio Sanitario Nazionale e di conseguenza Regionale, sia di reperimento del personale medico e infermieristico sia di natura economica, con problematiche di sottofinanziamento che viviamo ormai da quindici anni, non legate quindi all’ultimo governo: nei miei 40 anni di servizio questo è il periodo più critico per il Servizio Sanitario. Non si vede una prospettiva sufficientemente chiara per risolvere le criticità, mentre dal punto di vista epidemiologico il carico di malattie è in espansione, non solo per il fatto che la popolazione sta invecchiando ma il problema maggiore è l’anticipazione della comparsa della patologia nella fascia di età più giovanili. Al di là delle discussioni e polemiche che hanno accompagnato i CAU, l’Emilia-Romagna ha una caratteristica: di fronte a un problema non resta ferma, ma cerca di dare una risposta, il che non significa che si sia sempre quella più pertinente e appropriata. Queste strutture sono il tentativo di contrastare una difficile accessibilità alle cure primarie di questo Paese, che si inserisce in un processo di revisione che va portato a compimento. In sostanza non è la fine di un percorso, pertanto tutti coloro che hanno suggestioni per dei miglioramenti, sia operatori che vi lavorano sia utenti che ne usufruiscono, troveranno in noi sempre ascolto. Ringrazio dunque tutti coloro che hanno contribuito a questa realizzazione”.
Ardigò Martino, Direttore Distretto di Riccione
“Questa inaugurazione non è solo l’apertura di un servizio, ma il riconoscimento del lavoro collettivo di tante persone che hanno creduto nella possibilità di costruire una sanità di prossimità. Il CAU di Riccione è un tassello importante di un progetto più grande: quello di una rete territoriale capace di rispondere ai bisogni reali delle persone, in continuità con il Pronto Soccorso e con i professionisti della medicina generale, della pediatria e dei servizi territoriali. Lo facciamo nel segno della localizzazione e della flessibilità, perché ogni CAU dovrà avere la propria identità, costruita sull’ascolto delle comunità e sull’adattamento alle specificità di ciascun territorio. È un luogo dove il cittadino trova accoglienza e orientamento, ma anche dove gli operatori lavorano insieme con un obiettivo comune: prendersi cura delle persone, a partire da ciò che sono e da dove vivono. E vi garantisco che questo CAU può contare su una squadra molto forte: con questi professionisti, sia per le loro competenze che per il cuore che ci mettono, la comunità può stare tranquilla”.