Al Museo della Città la mostra “Le uniche immagini” del fotografo Roberto Sardo


Inaugura sabato 6 settembre alle 17.30 al Museo della Città di Rimini (Sala delle Teche) la mostra “Le uniche immagini” del fotografo Roberto Sardo. Nato a Ferrara e residente a Rimini, Sardo espone sessanta opere inedite per soggetto, tema e metodo di stampa, realizzate con tecniche manuali e senza rielaborazioni digitali, né uso di intelligenza artificiale.
L’esposizione, promossa da Elektra Studio e Acli Arte Spettacolo, con il patrocinio del Comune di Rimini / Assessorato alla Cultura e la collaborazione del Museo della Città, si avvale della presentazione critica dello storico dell’arte Gabriello Milantoni.
La mostra “Le uniche immagini” rimane aperta sino al 3 ottobre, con ingresso libero, ore 10-13 e 16-19, chiuso il lunedì.
«La mostra costituisce il primo evento per il mio 40esimo anno di studio e ricerca espressiva», dice il fotografo, «Ogni intervento creativo è ideato ed eseguito per ottenere immagini “uniche” come avviene nella pittura».
«Ho sperimentato nuove tecniche e soluzioni difficili da raggiungere, sempre partendo da idee, visioni, emozioni “in diretta” – continua Sardo –. Ho cercato di andare oltre la fotografia per entrare nel pittorico, nella grafica, nell'astrattismo…».
I temi interpretati sono molto differenti tra loro «perché – dice – ritengo che una ricerca non abbia veri confini; così come penso che un autore non debba mai parlare solo di se stesso, anzi, è testimone o interprete di qualcosa che avverte, pur non vivendolo. La presenza di soggetti sacri non è affatto provocatoria, esprime una parte del mio percorso spirituale cristiano, già illustrato in mostre precedenti».
Per quanto riguarda le tecniche utilizzate, tutte le opere in esposizione sono realizzate con fotocamere manuali, per pellicola e digitale, ed interventi creativi artigianali o personalizzati.
Lavorare su materiali e supporti differenti, spiega Sardo, «ha richiesto selezioni e procedimenti complessi, non facilmente ripetibili e, in molti casi, non ripetibili proprio. Molte resteranno opere uniche, come avviene nella pittura (da qui il titolo della mostra)».