Affitti brevi: tra "concorrenza sleale", "legge illegittima" e alloggi sfitti
Ha preso avvio mercoledì l'iter in assemblea legislativa per la legge con cui la Regione Emilia Romagna vuole provare a regolamentare il fenomeno degli affitti brevi. Obiettivo, garantire l’equilibrio tra la tutela del diritto all’abitare, la vivibilità degli spazi urbani e la promozione dell’offerta turistica. Come? Innanzitutto con l’introduzione di una nuova destinazione d’uso urbanistica, denominata “locazione breve”, e imponendo il cambio di destinazione per tutte le unità immobiliari utilizzate per affitti brevi. Toccherà poi ai Comuni definire, nei propri strumenti di pianificazione, in quali zone del territorio l’attività sarà consentita, limitata, esclusa, oppure subordinata a determinate condizioni. Le amministrazioni potranno anche vietare o limitare interventi edilizi come frazionamenti, demolizioni o recuperi di sottotetti per la creazione di nuovi alloggi da destinare a locazione breve. Inoltre gli immobili destinati agli affitti brevi dovranno rispettare rigorosi standard di sicurezza, igiene ed efficienza energetica. Altro elemento rilevante è quello della leva fiscale: i Comuni avranno la possibilità di modulare i contributi di costruzione legati ai cambi di destinazione d’uso, aumentandoli o riducendoli fino al 30%. L’impianto però è già molto contestato.
"E' un tentativo della Regione di accodarsi a quanto fatto in Toscana ma si tratta di un provvedimento illegittimo perché sulle locazioni può intervenire solo il parlamento. Ci saranno quindi una marea di ricorsi." Lo ha detto alla trasmissione Fuori dall'Aula il portavoce regionale di Property Manager Italia Giovanni Vaccari. "Non mi preoccupano gli affitti brevi come concorrenti degli hotel - ha commentato il presidente di Federalberghi Riccione Claudio Montanari - ma "stesso mercato, stesse regole" perché quando viene messo a disposizione di un turista un appartamento questo diventa a tutti gli effetti un prodotto turistico che deve quindi rispondere alle stesse regole igienico- sanitari e di sicurezza che vengono chiesti agli alberghi." Ci sono poi altre "storture" che dovrebbero essere risolte. "Ad esempio - ha aggiunto l'assessore al bilancio del comune di Rimini Juri Magrini - c'è l'Imu. E' possibile infatti adibire ad affitti brevi una residenza che si usa come prima casa: quindi abbiamo un appartamento su cui non si paga l'Imu ma al cui interno però si svolge una attività economica in abito ricettivo. Quindi c'è una concorrenza sleale perchè l'albergatore l'Imu la paga come attività produttiva". "A Rimini sono poco più di 700 gli affitti brevi - ha evidenziato il presidente dell'Acer Tonino Bernabè - e se non ci fossero, probabilmente i 12.600 appartamenti che attualmente risultano sfitti sarebbero 700 in più. Quindi è fondamentale mettere in campo politiche di sostegno, attraverso l'Imu o il fondo affitti, per riconquistare la fiducia del locatore e portarlo ad affittare nuovamente".












