Affitti brevi, è già battaglia sulla proposta di legge: "è incostituzionale"


Si preannuncia un percorso ad ostacoli quello che la Regione ha deciso di intraprendere per regolamentare il fenomeno degli affitti brevi nel tentativo di trovare un equilibrio tra esigenze turistiche e diritto all'abitare. Il progetto di legge, a cui l’Emilia Romagna sta lavorando con comuni e associazioni, consente di introdurre nei piani urbanistici comunali una nuova destinazione d’uso, denominata ‘locazione breve’ e inserita nella categoria turistico-ricettiva, con l’obiettivo di distinguere gli immobili destinati a questo tipo di attività dal patrimonio abitativo ordinario. I Comuni non saranno obbligati a intervenire, ma avranno a disposizione uno strumento da attivare attraverso una variante urbanistica semplificata. Potranno così individuare aree del territorio dove consentire, limitare o incentivare queste attività in base a criteri come ad esempio il rapporto tra appartamenti destinati alle locazioni brevi e alloggi residenziali presenti. Gli immobili utilizzati per affitti brevi dovranno comunque rispettare standard rigorosi di sicurezza, igiene ed efficienza energetica mentre i Comuni avranno la possibilità di richiedere ulteriori requisiti di qualità edilizia. La proposta prevede inoltre di consentire ai comuni il ricorso alla leva fiscale dei contributi di costruzione per incentivare o disincentivare l’insediamento delle locazioni brevi. Il “ritorno” all’uso abitativo poptrà invece avvenire in qualsiasi momento e senza costi aggiuntivi.
Ma la proposta di legge incontra già i primi ostacoli: "è palesemente illegittimo, e faremo di tutto per chiederne l’annullamento alla Corte costituzionale” commenta Lorenzo Fagnoni, presidente di Property Managers Italia secondo cui il progetto ”viola la normativa urbanistica vigente” che invece prevede che “le locazioni turistiche possano legittimamente essere esercitate in immobili a destinazione residenziale”. Fagnoni evidenzia poi che nel tempo che intercorrerà tra l’entrata in vigore e l’eventuale annullamento della legge si produrranno danni ed effetti negativi per i proprietari tra oneri, divieti e ulteriori requisiti qualitativi. “Il paradosso è che secondo i dati Istat in Emilia-Romagna gli affitti brevi rappresentano appena lo 0,7% degli immobili – conclude Fagnoni – in una regione in cui quasi il 22% delle case è sfitto. Quindi è evidente che questa è una legge ideologica, pensata solo per colpire un comparto che è invece centrale per lo sviluppo del paese, crea lavoro e paga le tasse”.