Abolizione province. Vitali: Renzi abbia coraggio e dia risposte su dipendenti


Se il Governo si muove con rapidità, deve farlo anche per le riforme istituzionali, evitando la tentazione di “mettere ‘momentaneamente’ da parte i problemi più spinosi, supplendo con esibizioni erculee sui provvedimenti che viaggiano lungo percorsi meno accidentati”
“Non vorrei che, per convenienza e ansia da prestazione, tra qualche giorno tornasse a risalire la temperatura intorno alla sorte delle Province, comunque da tempo segnato a prescindere. Non è neanche più il caso di discuterne: le Province vanno abolite, subito”.
Per poi togliersi ancora qualche sassolino su come le province sono state trattate: “Quello delle Province è un sacrificio possibile, è la rinuncia suprema che il nostro sistema politico regala ai cittadini. In tempi come questi, anche i politici devono fare delle rinunce, e le Province sono un capro espiatorio gettato in pasto all’opinione pubblica”.
Ma questi sono discorsi ormai superati: “Le Province, almeno così come le intende la Costituzione Italiana, di fatto sono già sul tavolo all’obitorio. E questo è il tempo della rapidità, e del coraggio. Quel coraggio, per l’appunto, che pare dovrà essere la parola chiave del discorso di investitura del nuovo Presidente Matteo Renzi”.
Coraggio ma anche chiarezza e serietà: da Renzi, Vitali aspetta quelle risposte che sono mancate negli ultimi due anni: “Da ormai due anni le Province, costantemente delegittimate, hanno perso non soltanto risorse finanziarie ma anche l’autorevolezza del ruolo che la Costituzione assegna loro, con grave danno per il funzionamento dei territori e per le loro economie. Il tutto grazie a decreti che impressionano per il livello di pressapochismo e l’assenza di una visione globale qualsiasi. Uno spreco di denaro pubblico, anche questo, difficilmente quantificabile poiché indiretto. Ma l’aspetto che ora più mi preme di questa partita è porre all’attenzione la serietà di un tema pressoché assente dal dibattito: mai una parola chiara è stata scritta o pronunciata sul destino dei dipendenti delle Province, al massimo generiche rassicurazioni o vaghi accenni in decreti legge, che non fanno altro che aumentare l’insicurezza e la complessità di un lavoro quotidiano, già comprensibilmente difficilissimo negli ultimi due anni. I dipendenti delle Province hanno evidentemente la colpa di aver vinto concorsi pubblici e di trovarsi a lavorare, nel discredito generale, in enti che non servono più e vanno cancellati per il bene del Paese. Che fine faranno, loro e le loro famiglie?”
Doverosa, a questo punto, una risposta: “Io, anche da renziano realista, ci conto”.