A trent'anni dalla tragedia dei ragazzi del Parsifal Rimini non dimentica
Si è svolta nella mattina del 1 novembre al Giardino "I ragazzi del Parsifal" in via Destra del Porto la cerimonia commemorativa per ricordare i sei giovani velisti scomparsi trent'anni fa nella tragedia del Parsifal: Daniele Tosato, Ezio Belotti, Francesco Zanaboni, Giorgio Luzzi, Luciano Pedulli e Mattia De Carolis. Alla cerimonia hanno preso parte il Sindaco di Rimini, i rappresentanti del Centro Studi Sicurezza in Mare (CSSM), del Comitato dei parenti delle vittime e tutte le associazioni promotrici dell'iniziativa: il Circolo Velico Riminese, il Club Nautico Riminese, lo Yacht Club Rimini, la Lega Navale Italiana sezione di Rimini, la Marina di Rimini, la Darsena Rimini e lo Yachting Club di San Marino.
Un momento di profonda partecipazione collettiva, con gli interventi istituzionali, la deposizione di una corona al monumento commemorativo e la lettura di un ricordo dell'ex Sindaco Giuseppe Chicchi, che nel novembre 1995 guidava l'amministrazione comunale. Al termine della cerimonia, i partecipanti si sono ritrovati per un momento conviviale al Circolo Velico Riminese. Le iniziative proseguiranno nel pomeriggio in serata, con un convegno e un concerto.
Il discorso del Sindaco Jamil Sadegholvaad durante la cerimonia di questa mattina:
Ci sono storie che restano per sempre incise sulla pelle di intere comunità. Quella dei 'ragazzi del Parsifal' è una tragedia senza tempo, capace ancora oggi - a 30 anni di distanza - di muovere ricordi, emozioni, dolore nella comunità. Mi ricordo bene l'eco, l'emozione che suscitò nella città la vicenda dei ragazzi del Parsifal: lo choc, le flebili speranze, il dramma. Una partecipazione collettiva, un sentimento condiviso, in quei giorni del novembre 1995 probabilmente mai più avvertiti con la stessa partecipazione e quella intensità. Quell'onda di emozione collettiva si è mantenuta negli anni seguenti e arriva fino a oggi, grazie all'amore e alla passione di tante persone, che di quella storia hanno saputo mantenere i contorni tragici ma nello stesso tempo creando le condizioni per una memoria collettiva condivisa.
Ricordare Daniele Tosato, Ezio Belotti, Francesco Zanaboni, Giorgio Luzzi, Luciano Pedulli e Mattia De Carolis è prima di ogni cosa un modo per rinnovare la vicinanza di tutta la comunità riminese nei confronti dei famigliari, degli amici, di chi ha avuto il privilegio di conoscere i 'ragazzi del Parsifal'. Ma il motivo per cui siamo qui oggi è anche quello di ribadire, per noi di Rimini, il valore fondativo della memoria. Nella tragedia dei ragazzi del Parsifal c'è il dolore, c'è il rapporto con la natura, con il mare e con la sicurezza di chi va in mare, ci sono tante cose che ancora oggi sono parte di quello che siamo e che dovranno continuare ad esserlo. In una parola c'è Rimini.
Ora vi leggerò un ricordo scritto da Giuseppe Chicchi, che in quei giorni dell'autunno 1995 era sindaco di Rimini. Oggi Giuseppe non ha potuto intervenire personalmente ma ha voluto donarci un suo ricordo, per il quale lo ringraziamo.
“Quella del 2 novembre del 1995 fu veramente una notte di terribile angoscia. Si sapeva del naufragio del Parsifal perché l'Epirb aveva lanciato il segnale di soccorso, ma la Guardia Costiera francese non era in grado di mettersi in movimento a causa della tempesta in corso. Il punto di ascolto fu allestito al Circolo Velico, si era capito che stava svolgendosi una tragedia, si mescolavano sgomento e speranza. Solo nel giorno successivo fu chiara la dimensione del naufragio del Parsifal nel quale abbiamo perso amici e giovani talenti. L'unica cosa che l'Amministrazione Comunale riuscì a fare fu di organizzare il rientro dei tre sopravvissuti con un volo privato che dalle Baleari li riportò a Rimini. Di coloro che persero la vita in mare quella notte conoscevo solo Luciano Pedulli, docente universitario, compagno di Giovanna e padre del piccolo Andrea, nato da pochi mesi. Ci eravamo conosciuti sulle barche e fu maestro per me, velista autodidatta, insegnandomi i segreti del vento. Erano anni di straordinario fermento per lo sport della vela. Si correva ancora la Rimini-Corfù-Rimini, si costruivano barche bellissime come il Parsifal. Qualche anno dopo arriverà il Riviera di Rimini, nato per vincere, e velisti riminesi si affacceranno alla Coppa America come protagonisti. L'attività dei due club dedicati al mare, il Nautico e il Velico, in particolare attraverso le scuole vela, sosteneva questo clima di riavvicinamento al mare per una città che preferiva la sabbia all'acqua. L'Amministrazione Comunale seguiva con interesse questa rinascita, anche perché era in corso il cammino per realizzare, dopo cinquant'anni, il nuovo Porto Turistico. Alla Darsena si guardava non solo per sottrarre qualche segmento di turismo nautico alla costa orientale dell'Adriatico, ma anche perché l'importante tradizione cantieristica riminese che ha costruito barche leggendarie, potesse avere sviluppo garantendo continuità a quel saper fare barche. La tragica avventura del Parsifal continua a ricordarci l'importanza dei temi della sicurezza in mare, ma anche il compito di tutelare e far crescere la passione per la vela. Uno sport che, come pochi altri, ci invita alla ricerca del punto di equilibrio fra la forza della natura e l'intelligenza dell'uomo”.












