930 aborti in Provincia nel 2007. Firmato protocollo a sostegno maternità


Un segreto da nascondere o un evento troppo grande da affrontare, se si è sole. La maternità non è una gioia per tutte le donne. In Provincia di Rimini nel 2007 ci sono state 930 interruzioni di gravidanza. Di queste 329 donne residenti in provincia, 184 fuori, e 417 straniere. (Nel 2006 furono 1.018).
‘La sensazione è che il consultorio con tutta la buona volontà, da solo è scarsamente efficace sull’azione di prevenzione che tenta di fare – dice Anna Focchi, portavoce dei gruppi volontariato aderenti al progetto.
Per questo è nato il protocollo d’intesa che mette in rete diverse realtà. L’opuscolo si rivolge alle donne in forma semplice e diretta. Si trovano tutti i numeri a cui rivolgersi: centri per le famiglie, consultori, patronati, sindacati e associazioni della Provincia. Ma ci sono anche informazioni legali, opportunità previdenziali e assistenziali a tutela della maternità’.
Si può trovare negli ospedali, all’ausl, negli uffici comunali, nei consultori e nelle sedi delle associazioni aderenti tra cui: il movimento per la vita, l’ Associazioni Papa Giovanni XXIII e la Caritas. Un modo per parlare di aborto non solo in termini ideologici ma ponendosi anche il problema della quotidianità come ha sottolineato Stefano Vitali – Assessore politiche sociali comune Rimini. ‘Non ci poniamo mai il problema di quelle donne che decidono di abortire perchè altrimenti il datore di lavoro le licenzia. Non ci poniamo il problema delle badanti immigrate che lavorano in nero e che, se incinta, vengono mandate via. Sapere che c’è una città che pensa a te e non ti costringe a fare delle scelte drastiche credo sia già il primo passo per creare un percorso di genitorialità concreto. L’opuscolo, ce lo stanno chiedendo anche in altri comuni della Regione, credo che anche su questo Rimini possa insegnare qualcosa agli altri’.
Quando una donna si confronta con il proprio desiderio di maternità, ma la realtà che la circonda non la pone nelle condizioni migliori per affrontarla, è facile che si spaventi e spesso può bastare sentirsi dire ‘non sei sola’:
‘Ci sono donne straniere, lavoratrici in nero che temono di perdere il lavoro, oppure abbandonate dal partner. O ragazzine che non hanno il coraggio di parlare con i genitori, che devono finire di studiare. Ma tante volte sono purtroppo anche cause banali come dover rinunciare alla carriera o alla vacanza.
Dice Anna Focchi. C’è anche da dire che non c’è tanto sostegno per le donne, basta vedere come è difficile trovare un lavoro part-time o un posto all’asilo nido.
Ma le donne, quando vedono che c’è qualcuno disposto ad accompagnarle prendono coraggio e spesso rinunciano ad interrompere la gravidanza. Non ho mai visto una donna che si è pentita di avere partorito’.
Lucia Renati