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Consiglio Comunale

Rimini aderisce al Manifesto della Comunicazione non Ostile

In foto: consigliera serena soldati
consigliera serena soldati
di Redazione   
Tempo di lettura 3 min
Ven 1 Ago 2025 10:51 ~ ultimo agg. 10:56
Tempo di lettura 3 min
Martedì 29 il Consiglio comunale di Rimini ha approvato con 22 voti favorevoli, 6 contrari e nessun astenuto l’ordine del giorno che propone l’adesione del Comune al Manifesto della comunicazione non ostile per la Pubblica Amministrazione, promosso dall’associazione Parole Ostili. Il documento, presentato dalla consigliera Serena Soldati (Lista Jamil Rimini Rinata), è stato sostenuto anche da tre consiglieri della minoranza.
 
«Le parole sono importanti: costruiscono il pensiero e il pensiero dà vita alle azioni. Se cambiamo il modo in cui ci parliamo, possiamo cambiare il modo in cui ci relazioniamo con i cittadini e prendiamo decisioni per la nostra città. È questo il senso profondo dell’adesione a un manifesto che ci invita a comunicare in modo più chiaro, rispettoso, comprensibile. A mettere le persone al centro» — ha dichiarato in apertura del suo intervento la consigliera Soldati.
 
Il Manifesto per la PA è una declinazione del Manifesto della comunicazione non ostile pensata specificamente per enti pubblici e amministrazioni locali. Non impone regole o censure, ma propone un approccio: dieci principi ispirati a trasparenza, semplificazione, responsabilità e accessibilità.
 
«Siamo circondati da un linguaggio bellico: sentiamo parlare di guerre, battaglie, scontri, opposizioni frontali. E invece abbiamo bisogno di disarmare il linguaggio. Questo non significa essere buonisti: significa avere il coraggio di pensare a un futuro diverso, e costruirlo insieme — una parola, un pensiero e un’azione gentile alla volta
 
Nel dibattito seguito alla proposta, alcuni consiglieri hanno sollevato perplessità legate all’associazione promotrice del manifesto o a temi non contenuti nel testo, come il linguaggio inclusivo. La consigliera Soldati ha chiarito in aula: «Il manifesto non contiene riferimenti al linguaggio inclusivo. Sapevo che su questo tema ci sono sensibilità diverse, sperando in una adesione significativa anche dei consiglieri di minoranza, sono stata attenta a non proporre un testo che non fosse condivisibile da tutti. Il manifesto riguarda le comunicazioni istituzionali, non quelle personali. Il confronto che c’è stato oggi in aula su questi temi, pur nella diversità di opinioni, è stato ricco e credo porterà comunque frutto
 
L’adesione formale al Manifesto sarà ora portata avanti dalla Giunta e dagli uffici, con la possibilità di promuoverne i principi anche attraverso attività formative o informative rivolte a dipendenti e cittadini.
 
«È un gesto piccolo, ma significativo — ha concluso la consigliera —. E io ci credo davvero.»
 



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