
Una famiglia come tante altre, quella dei Mazzariol. Giacomo si trova in minoranza, in balia delle sue due sorelle che non vogliono fare con lui i giochi da maschio. Solo un fratellino può salvarlo, come farebbe un supereroe. Finchè il fratellino, Giovanni, arriva ed è davvero speciale. Ma Giacomo ben presto conosce la parola Down e capisce che “speciale” significa avere un cromosoma in più. Impiegherà 12 anni per realizzare che, in fondo, Giovanni un supereroe lo è davvero. Oggi Giacomo Mazzariol ha 19 anni e non solo non prova più né vergogna né rifiuto, ma addirittura ha deciso di raccontare a tutti la storia del suo rapporto con Giovanni, quel bambino che ha “tredici anni e un sorriso più largo dei suoi occhiali; che ama i dinosauri e il rosso; che va al cinema con una compagna, torna a casa e annuncia di essersi sposato”.
Due fratelli già diventati famosi circa un anno fa, grazie alla pubblicazione di The Simple Interview, un video da migliaia di visualizzazioni su Youtube, oltre che commenti, recensioni e prime pagine dei giornali, anche all’estero. La loro storia è ora raccontata dallo stesso Giacomo attraverso il libro “Mio fratello rincorre i dinosauri. Storia mia e di Giovanni che ha un cromosoma in più”, sua opera prima, pubblicata da Einaudi per la collana Stile Libero. Una storia che è entrata in contatto con Rimini lo scorso 18 giugno in occasione del Festival Mare di Libri, attraverso un incontro con l’autore intervistato dallo scrittore Fabio Geda presso il Museo della Città. “Il libro narra la storia di mio fratello Giovanni, – ha raccontato con entusiasmo Giacomo durante l’incontro – ma lo fa attraverso lo “specchio” del mio punto di vista e delle mie emozioni. E’ un libro che, in fondo, parla di me”. Una storia, quella di Giovanni, che il libro affronta attraverso il racconto della quotidianità della famiglia Mazzariol, focalizzandosi sulla semplicità e la spontaneità, mai trattando il tema della disabilità in modo banale o con la pretesa di insegnare.
“Non racconto la disabilità di Giovanni, ma la mia. Durante l’adolescenza credevo che ogni mio problema, ogni mia sfortuna, fosse a causa di Giovanni, e perciò lo catalogavo con le consuete etichette che la società usa nei confronti delle persone down. Non facevo che concentrarmi su ciò che non è, cioè sulla sua condizione, e non su ciò che realmente è. Questo mio continuare a sbagliarmi su Giovanni era la mia disabilità, ed era molto più grave”. Un rapporto, quello tra i fratelli Mazzariol, talmente emozionante che non rimarrà soltanto un video ed un libro, ma che presto vedrà la luce anche come film, prodotto dalla Taodue di Pietro Valsecchi. Una storia che quindi, pur senza volerlo, continuerà ad insegnarci che ognuno di noi in fondo è un disabile, perché tutti noi abbiamo bisogno dei mondi degli altri per completare il nostro. Anche di un mondo in cui poter rincorrere i dinosauri.
Simone Santini