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Perugia-Rimini 0-1

D'Alesio: "Siamo stati bravi a portare la partita verso dove volevamo"

In foto: Filippo D'Alesio, allenatore del Rimini F.C.
Filippo D'Alesio, allenatore del Rimini F.C.
di Roberto Bonfantini   
Tempo di lettura 14 min
Sab 11 Ott 2025 15:58 ~ ultimo agg. 21:05
Tempo di lettura 14 min

Le dichiarazioni al termine di Perugia-Rimini 0-1 (leggi notizia).

Filippo D'Alesio, allenatore del Rimini F.C.: "È con i ragazzi, poi il lavoro. Di conseguenza prima parlo dello spessore umano e calcistico dei ragazzi, perché senza di quello puoi fare qualsiasi tipo di lavoro e le cose non vanno. Non è con il lavoro e i ragazzi, ma con i ragazzi e il lavoro. Di questo sono convinto, perché sono entrato con i ragazzi in un momento di totale disordine, di confusione, senza aver fatto nulla: preparazione o altro. Con dei dei ragazzi che erano arrivati quella settimana, penso ancora alla partita con la Ternana, avevamo delle partite già giocate, ma con un'altra squadra, c'era un altro allenatore (proprio Braglia, ndr), di conseguenza avevamo pochissimo tempo per diventare squadra, e quello che abbiamo fatto insieme è stato importante. Non abbiamo fatto ancora nulla, però fino ad ora posso veramente dire che questa situazione difficile c'è perché, spesso non la facciamo trapelare, ma ogni settimana arriva una notizia che ci taglia le gambe, una notizia che ci può togliere un pochino d'entusiasmo e di speranze, e poi è il lavoro che facciamo nella testa, i ragazzi subito riescono a spostare i focus, a capire quella che può essere la via giusta perché lamentarsi in queste situazioni potrebbe non servire a niente, anzi diciamo sempre che dalle difficoltà se siamo bravi a capire qual è l'opportunità possiamo trarre un grande vantaggio. Posso dire che sicuramente dall'arrivo del direttore Giammarioli si è cercato di mettere un pochino più di ordine, ci sta dando una grande mano, oltre a lui la figura del nostro team manager, Fabio Gatta, una figura trasversale, senza di loro che ci aiutano saremmo veramente in grossa difficoltà. Meno male che abbiamo la possibilità di appoggiarci a loro in questo momento, e quindi li ringrazio, come ringrazio i ragazzi".

Il Rimini è una squadra che quando trova il vantaggio è poi bravo ad amministrarlo. "Sì, diciamo che io sono un allenatore giovane, ma credo che bisogna essere efficaci. Se in un momento sei andato in vantaggio devi saper resistere, anche essere brutto da vedere. Ho detto ai ragazzi "non è importante apparire, ma essere". Se questa partita significava essere brutti, sporchi, lavorare sulle seconde palle, devi saperlo fare, e devi saperlo fare anche con le idee. Non devi saper fare giusto per dire. Di conseguenza i ragazzi riescono a portare più facce in campo e capire qual è quella da utilizzare, se c'è da giocare maggiormente, se c'è da essere più verticali, se c'è da essere un pochino più puliti, se c'è da rallentare il gioco, se c'è da velocizzarlo. Di conseguenza, ancora una volta sono i ragazzi che vanno in campo, loro hanno delle letture importanti, di capire il momento. Tutti i giocatori secondo me stanno facendo un passo in avanti in ambito di maturità e di gestione dei momenti della partita, di conseguenza questa è un po' la strada che ci siamo sempre detti. Non dobbiamo fare solo un calcio, dobbiamo fare il calcio che in quel momento può servire, non per tutta la partita ma in alcuni momenti della partita sì".

Aveva dichiarato alla vigilia che aveva paura di affrontare il Perugia perché aveva gli stessi problemi del Rimini. "Secondo me nei primi dieci minuti il Perugia era diciamo sulle ali dell'entusiasmo, avremmo potuto fare meglio in alcune situazioni che i ragazzi sanno, che poi andremo ad analizzare, perché sono situazioni che si possono evitare. Oggi un ragazzo ha detto "dipende da noi", è così. Poi noi abbiamo portato la partita verso dove volevamo: eravamo sempre corti, li andavamo a prendere sempre alti e quando ci abbassavano siamo stati veramente bravi a difenderci bassi, quindi a soffrire, ma sempre con le idee. Ed è uscita questa partita, quindi il ragazzo oggi ha detto "dipende da noi" ed è stato così, noi l'abbiamo indirizzata verso dove volevamo".

https://www.icaroplay.it/programmi/perugia-rimini-0-1-il-dopogara/

I giocatori nuovi hanno dato un contributo a questa squadra. "Se pensiamo a Falasco - continua D'Alesio -, il coraggio che mette quando gioca, le letture che ha, e si vede che è un giocatore di categoria superiore. Oggi Bassoli ha giocato con poco minutaggio sulle gambe, perché è entrato da poco, aveva dolore alla schiena, anche lui ha dato una grande mano. Sono ragazzi che danno. Per di più Petta, un ragazzo del 2005, quando è entrato ha giocato con una cattiveria agonistica incredibile, Boli, che ha giocato in un ruolo non suo, ha dato l'anima davanti, Asmussen, che aveva sempre giocato titolare, è entrato a partita in corso e ha dato un grande contributo, Fiorini, che sta giocando ancora con dolore, stringe i denti, ma c'è sempre. Di conseguenza, che dire? Sì i nuovi, ma tutti, tutti".

Cosa pensa del Perugia, evitando se possibile le frasi di circostanza? "È una domanda un po' scomoda perché in teoria è meglio non rispondere sugli altri. Io posso solo dire che questa squadra ha dei giocatori secondo me ottimi. Da un lato spero di no per noi per cercare di fare una rincorsa, dall'altro comunque sono giocatori che secondo me hanno nelle corde la capacità di ribaltare la loro situazione. Più di questo non posso dire".

Non sono i nomi che fanno la differenza, ma magari i giovani possono mettere in campo maggiori motivazioni. "Il Perugia ha un buon mix tra giovani e meno giovani, come ce l'abbiamo noi. E di conseguenza hanno tutte le armi per giocarsela. Il campionato è lungo, quindi penso che troveranno la strada".

Sul direttore sportivo. "Come dicevo, il direttore Giammarioli ci ha dato professionalità, ci ha dato ordine. Comunque la sua presenza è importante per tutti noi. I risultati non sono venuti per caso perché questi sono tutti dettagli che ti aiutano ad essere anche un po' più sereno".

Tomas Lepri, difensore del Rimini F.C. e capitano di giornata, autore del gol partita. "Sono veramente felice perché oltre a essere cittadino di questa squadra, io essendo di Rimini, oggi ero capitano, anche se sappiamo che la figura di capitano nel nostro gruppo è Alessandro De Vitis. È stato un gol derivato da un po' di fortuna: calcio d'angolo battuto bene, poi la palla era rimasta lì, aveva palla De Vitis, un loro difensore ha provato a intercettarla, De Vitis con la punta me l'ha allungata e io col piede debole ho tirato a botta sicura, è arrivato il gol e sono davvero felice".

Nonostante la situazione difficile state facendo un campionato di risalita: terza vittoria in nove partite di campionato. Si aspettava di fare risultato pieno a Perugia o un pareggio alla vigilia le sarebbe andato bene? "Sicuramente anche un pareggio sarebbe andato bene, perché come abbiamo detto nello spogliatoio e con lo staff adesso è l'ora per noi di fare punti perché in classifica abbiamo il meno. Anche perché se togliamo la penalizzazione avremmo dieci punti, quindi quello ci fa male, vedere davanti il meno. Sicuramente eravamo venuti qua per fare oltre alla prestazione punti. Fortunatamente è arrivato il gol subito. Sapevano che il Perugia doveva spingere subito per un po' di entusiasmo in una situazione non facile, è arrivato il gol, poi il Perugia è stato bravo ad attaccarci, ma ci siamo messi lì in difesa, come l'avevamo preparata".

Avete ritrovato da avversari Megelaitis e mister Braglia. "Parlo prima del mio compagno: con "Mega" abbiamo passato due anni strepitosi, vincendo la Coppa Italia, facendo sempre i play off. È un ragazzo che a parar mio non centra niente con questa categoria, è veramente forte. Braglia lo ringraziamo per quel poco che c'è stato, ha preparato due-tre partite, le prime di campionato, e quindi c'è solo da ringraziarlo per la sua professionalità. Poi com'è andata lo sa il mister, e quello che stiamo vivendo noi lo sappiamo noi".

Hernan Garcia Borras, direttore generale A.C. Perugia: "Parlo a nome della società, molti non lo sanno ma il presidente non può parlare. Tutto quello che puoi analizzare con i risultati lo puoi criticare, ma noi oggi non ci vergogniamo con la società di questa situazione. Bisogna risolverla in campo, noi come società abbiamo dato tutti gli strumenti. Poi se abbiamo fatto male a esonerare un allenatore..."

Cosa può fare la società per cambiare questo andamento negativo? "Non lo so, noi tutta la valutazione che facciamo è analizzare l'errore. Abbiamo iniziato con un ritiro in Argentina, poi ritiro in Italia, abbiamo iniziato male, stiamo valutando con l'area sportiva il da farsi. Ringrazio i tifosi perché la contestazione è arrivata dopo la partita e non durante la partita. Io dico che il presupposto era dal 4° al 10°. Io penso che questi calciatori non siano da ultimo posto nel girone, ma i risultati dicono questo. Chiedo scusa a tutti i tifosi per la situazione". 

Forse i problemi sono a monte, vengono da quest'estate, dopo un mercato fatto al di sotto delle aspettative, con un budget forse non all'altezza degli obiettivi. "Quando noi parliamo di andare in serie B in due anni parliamo però in modo sostenibile. Quando fai sei sconfitte di fila evidentemente qualcosa sta andando male. Mauro Meluso e io ci sentiamo tutti i giorni e chiaramente non siamo contenti".

Ci saranno provvedimenti dopo questa sconfitta? "No".

Come si può influire sulla squadra? "È una valutazione che deve fare Mauro (Meluso, ndr) con Piero (Braglia, ndr). Stiamo lavorando sulla preparazione fisica dopo che è arrivato Piero, ma anche sulla parte mentale. Il problema è che siamo ultimi in classifica, però stiamo lavorando".

Un calcio sostenibile è molto importante, ma parlare di serie B in due anni stride con il penultimo posto in classifica. "Parlare di serie B in due anni ed essere ultimi in classifica sembra prendere in giro i tifosi. La nostra intenzione non è però prendere in giro i tifosi. La proprietà ha dimostrato che non solo con il denaro si fa una squadra forte. Anche il ritorno di alcuni infortunati: contro il Carpi avevamo cinque difensori centrali infortunati. Quando recupereremo i giocatori la situazione potrà migliorare".

Ma come si fa a uscire da questa situazione? "L'unica forma in cui puoi uscire da questa situazione è lavorando. Si sta lavorando, e noi come società vogliamo mettere a disposizione della squadra tutto quello di cui ha bisogno per uscire da questa situazione".

Piero Braglia, allenatore dell'A.C. Perugia. "Dispiace perché abbiamo bisogno di trovare morale, abbiamo bisogno di trovare condizione. Anche se il loro portiere non ha fatto grandi parate, nel primo tempo abbiamo costruito diverse azioni. Noi nel finale non avevamo né Kanoute né Giraudo, che si era rotto un dito. Bisognerebbe ripartire dal primo tempo e aggiungere un'altra mezzora nel secondo tempo. L'unica cosa è tirare dritto su un certo tipo di strada e basta. Parlare ora è difficile, ci sarebbe solo da chiedere scusa, non per la prestazione ma per il momento che stiamo vivendo. Questo è un tipo di partita che abbiamo fatto in due-tre giorni, lavorandoci sopra bisogna cercare di fare cose un pochino più importanti sperando giri anche a noi, come sta girando anche agli altri, ma bisogna cercarsele queste cose".

Oggi la difesa non ha concesso granché, gol subito a parte. "Lasciamo perdere! Io alla sfortuna non mi ci aggrappo. Bisogna prendere atto di quello che stiamo vivendo e cercare di trovare un risultato il prima possibile, anzi subito, perché dopo le cose diventano troppo difficili, diventano montagne. Però io parto dal primo tempo che abbiamo fatto bene. Forse da quando sono qua ho visto la parvenza di una squadra che mi assomiglia, però so che parlare ora lascia il tempo che trova".

In tutta sincerità, se l'aspettava così complicata la situazione del Perugia? "No, è la prima volta che mi succede di non incidere. Dieci giorni, poi di solito iniziavi a cambiare certe cose. Mi devo aggrappare al primo tempo perché finora non avevo visto niente. Il primo tempo mi era piaciuto, poi è chiaro che le occasioni vanno sfruttate. Anche i tiri da fuori li devi mettere in porta, non a lato".

Quanto un risultato positivo può "stappare" questa situazione? "Secondo me è quello che manca a questa squadra: la convinzione di poter far risultato da tutte le parti, contro tutti. Non posso dire che oggi non abbiamo lottato, fino a 15 minuti dalla fine i ragazzi ci hanno provato. Poi gli ultimi 20 minuti siamo rimasti di fatto in nove".

Il Perugia non trova più la via del gol. "Ho messo tre attaccanti sotto punta, stiamo cercando di avanzare i terzini. Ultimamente Kanoute fa più fatica ad attaccare gli spazi. Secondo me abbiamo fatto quello che potevamo fare nel primo tempo, nel secondo tempo abbiamo fatto più fatica, anche se abbiamo creato due occasioni con Montevago".

Il problema è più a livello fisico o mentale? "A livello fisico vado dietro a quello che mi stanno dicendo, del lavoro che è stato fatto: ho totalmente cambiato questi dati, lavorando molto più sull'intensità, le partitelle. Ognuno lavora come meglio crede, io porto rispetto. Io sono qui da 15 giorni e onestamente mi devo prendere la responsabilità delle quattro sconfitte. La prima cosa di cui mi prendo la responsabilità è che mi sono fatto buttare fuori alla prima come un bischero. Se prendiamo il primo tempo, fatto bene, e lo allunghiamo questa è una squadra che si può togliere dai guai. Noi dobbiamo avere rispetto di tutti, noi ci proviamo mettendoci tutto noi stessi. Sono sicuro che la ruota gira. Io non sono abituato a parlare troppo. A Carpi ho fatto giocare due 2007 anche per far capire che è arrivato il tempo di rimboccarsi le maniche. Se guardate gli allenamenti i giocatori corrono. Nelle tre partite precedenti io quel lavoro in partita non l'ho visto, oggi sì. Però dobbiamo iniziare a fare risultati, anche perché le chiacchiere stanno a zero".

Questo gruppo ha la possibilità di uscire da questa situazione? Non le sembra una squadra passiva? "Io la passività l'ho vista dopo il gol subito, nelle facce ho visto passività. Se vogliamo tirarci fuori dai guai io penso sia interesse di tutti mettersi a disposizione e iniziare a correre tutti dalla stessa parte".

Il problema non è solo perdere, è non vedere nessun miglioramento in prospettiva. Lei se la sente di rassicurare i tifosi? "Guardi che io ho iniziato a metterci le mani. Nel primo tempo ci ho messo le mani e anche qualche altra cosa, nel secondo tempo riconosco che abbiamo fatto fatica. Che sia chiara una cosa: io ci sto mettendo molto tempo perché non è facile venire qua e ribaltare la situazione che ho trovato. Adesso inizio a conoscere i giocatori, sto cercando di conoscere certi giocatori facendoli giocare, perché negli allenamenti sono tutti fenomeni, nella partita sparisce qualcuno. Bisogna avere la capacità di avere l'autocritica, questa non mi manca". 

Qual è il settore del campo che la preoccupa di più? "A centrocampo prima o poi la trovo la quadra. Dietro con il recupero dei ragazzi piano piano ci sistemiamo. Quello che mi preoccupa è davanti, pensavo di aiutare facendo giocatori offensivi, cosa che io ho già fatto in tanti campionati a Castellamare e da altre parti, anche per dare una mano ai ragazzi. Devo cercare il lato buono, quello negativo l'ho già visto. Bisogna anche rischiare qualcosa, andare a saltare l'uomo, creare superiorità. Finora facciamo il compitino, credo sia arrivato il momento di andare tutti da una parte. A gennaio iniziano i veri campionati, ma non possiamo perdere da qui a gennaio perché gli altri non ti aspettano. Dobbiamo fare risultati, ce la possiamo fare".


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