Alla scoperta della Ferraroni JuVi Cremona, avversaria di RBR


La Dole è pronta a ripartire: dopo lo stop casalingo, maturato all’ultimo, con Rieti, Tomassini e compagni salgono nuovamente sul bus, destinazione Cremona, per affrontare la Ferraroni JuVi al PalaRadi. Palla a due, come di consueto, alle 18 di domenica 5 ottobre per il primo incontro di un mese ricco di impegni (e ben due infrasettimanali).
Allenata per il terzo anno consecutivo da Luca Bechi, conterraneo di coach Dell’Agnello, capace di condurre i lombardi a due salvezze inframmezzate da un’avventura ai playoff, la JuVi condivide con i romagnoli la situazione di classifica, con due punti frutto di una vittoria all’esordio (78-70 su Forlì) seguita da una pesante sconfitta (85-60) a Brindisi, sul campo di una delle uniche due squadre imbattute dopo due turni di campionato.
Profondamente rinnovata rispetto alla scorsa stagione, la Ferraroni parte con l’obiettivo di mantenere la categoria: per farlo ha assemblato un gruppo in grado di cogliere il giusto equilibrio tra freschezza ed esperienza. Gli oroamaranto hanno scelto di puntare su una coppia di esterni Usa dal pedigree piuttosto variegato: la combo Billy Garrett, dopo un quadriennio Ncaa a DePaul, ha giocato in G League (anche quattro partite in Nba), Francia, Polonia, Grecia e Spagna prima dell’Ungheria nella scorsa annata (20 di media con il 37% da tre). Esterno di 198 cm con grande esperienza internazionale, affidabile sia nel creare dal palleggio che nel colpire sugli scarichi, è un tiratore solido ma sa anche attaccare il ferro con personalità. Al suo fianco il classe 2004 Gregorio Allinei, lanciato l’anno scorso da Livorno: cecchino (dall’arco col 39% in regular season, 45% ai playout e 12 punti di media, una delle chiavi della salvezza dei labronici) sia uscendo dai blocchi che in transizione, Allinei sa farsi riconoscere anche in difesa. Il “tre” è Travis McConico, swingman americano che condivide con gli altri esterni juvini il fisico importante (198 cm) e la propensione al tiro da tre (5/11 nelle prime due uscite, discrete percentuali anche nelle precedenti esperienze europee): profilo versatile, fisico e atletico, McConico può anche difendere più ruoli grazie alla sua combinazione di stazza e mobilità. Il pacchetto lunghi, tutto tricolore, è formato da Vittorio Bartoli, ala forte di 201 cm diventato, a 23 anni, quasi un veterano della categoria, e da Alessandro Morgillo, centro classe ’99 ex - tra le altre - di Bologna e Cantù. Entrambi giocatori dinamici, rapidi ed efficaci come rollanti, non disdegnano però di aprire l’area: Bartoli lo può fare principalmente con il tiro da tre, mentre Morgillo, oltre ad essere un buon rimbalzista sia in attacco che in difesa, possiede un tiro dalla media capace di attirare lontano da canestro i suoi marcatori.
Leader assoluto della panchina oroamaranto, all’ex Bologna e Ferrara Alessandro Panni è data la libertà di sparigliare le carte: l’esperto play/guardia è soprattutto un tiratore (ne sa qualcosa Forlì, che dal numero 1 ha subito sei bombe) sia in ricezione che dal palleggio, ma sa anche trovare passaggi vincenti (2,5 a uscita nelle prime due). Nello spot di guardia scalpita il ventunenne ex Vanoli Tommaso Vecchiola, che dopo una stagione d’esordio strepitosa (in B a Treviglio 14 punti, 5 assist e 4,5 rimbalzi di media col 50% da due e il 33% da tre) cambia sponda della rivalità cittadina accasandosi alla JuVi per la consacrazione al piano superiore. Minuti e responsabilità difensive per lo specialista Andrea La Torre, un veterano della categoria malgrado non arrivi a trent’anni: il prodotto delle giovanili Olimpia Milano è un elemento poco appariscente (nemmeno 3 punti di media lo scorso anno) ma fondamentale nello scacchiere di coach Bechi con la sua capacità di difendere quattro ruoli (è 204 cm) e di fare quelle piccole cose intelligenti che non finiscono nei tabellini statistici. Anche in panchina, poi, i lunghi juvini sono ben assortiti: se Edoardo Del Cadia è un giocatore da post basso (6,5 punti lo scorso anno col 65% in area), fisico (204 cm per 115 kg) e capace di proteggere il ferro anche contro corpi più importanti, Simone Barbante è più leggero e longilineo (211 cm e 98 kg) e, soprattutto, ha un’eccellente mano dall’arco (33% l’anno scorso, già 3/5 in questo inizio di stagione) sapendo comunque farsi valere sotto le plance sia al tiro (50%) che a rimbalzo (4 a gara nella stagione 24/25).
La Ferraroni è una squadra molto fisica, soprattutto nelle guardie, che fa del tiro dall’arco la sua principale arma tattica. Le uscite dai blocchi sono importanti nel piano partita di coach Bechi, con tanti giochi impostati per liberare i tiratori sul perimetro; l’attacco lombardo ama tirare in transizione, ma quando non riesce a concludere nei primi secondi è paziente, e può sfruttare tutti i 24” per prendere il miglior tiro possibile con una combinazione di blocchi lontano dal pallone (singoli e doppi) o col pick and roll. La difesa riminese, quindi, dovrà lavorare di squadra: la responsabilità non è solo di chi marca il tiratore, ma anche dell’intera retroguardia nel mettere pressione ai passatori e nel difendere correttamente sul bloccante.
In difesa, si vede l’impostazione del coach livornese: tanta aggressività sul portatore, anche con show piuttosto alti dei lunghi, e rotazioni rapide lontano dal pallone; Cremona, grazie al suo roster composto di giocatori dalla stazza piuttosto simile, può poi cambiare efficacemente su molti blocchi. Rimini dovrà cercare di colpire in transizione, trasformando velocemente la difesa in attacco senza dare alla JuVi il tempo di posizionarsi correttamente; a difesa schierata, la circolazione di palla sarà la chiave offensiva per una Dole che dev’essere in grado di muovere rapidamente la sfera, attaccare i closeout e scegliere il compagno col tiro migliore a disposizione.
Ufficio Stampa Dole Basket Rimini