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paposcia e altre eccellenze

Il trend positivo dell’industria agroalimentare in Puglia

In foto: agroalimentare in Puglia
agroalimentare in Puglia
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 24 apr 2024 16:28 ~ ultimo agg. 26 apr 10:57
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La paposcia garganica è stata la grande protagonista della fiera internazionale gate&gusto a Foggia. Questa focaccia allungata tipica di Vico del Gargano ha mostrato la sua eccellenza a tutta Italia, con un prodotto storico che ha le radici ancorate nel territorio e nell’economia pugliese. Con origini che risalgono fino al 600, la paposcia garganica ha un corso di formazione tutto suo al liceo di Vico del Gargano per i futuri imprenditori. C’è poi il paposcia che si svolge ogni Natale e che attira già visitatori da tutta Italia, molti anche stranieri. 

“Abbiamo deciso che la paposcia debba essere conosciuta in tutta Italia”, ha detto Francesco Canestrale presidente dell’aps (associazione di promozione sociale) Paposcia fest. 

L’esempio della paposcia è uno degli esempi che mostrano come le eccellenze e il gusto pugliese siano una risorsa, anche per l’economia e per l’industria agroalimentare. Un settore che è sempre più sostenibile e biologico, come confermano i dati del Rapporto ‘Bio in cifre’, curato da Ismea e Ciheam di Bari. In tutta Italia, il biologico ammonta al 19% delle superfici coltivate, una crescita di quasi l’8% nel 2022. Cresce anche il numero degli operatori legati alla filiera di aziende agricole biologiche certificate, che non mancano nemmeno in Puglia. 

Nel 2022, sono aumentati gli ettari a coltivazione biologica in regione, di ben il 12%, cioè una coltivazione su quattro. Con ben oltre 11mila operatori biologici e cinque operatori di acquacoltura biologica, la Puglia segue sempre più questo trend del gusto trainata da prodotti locali come le olive, i cereali e i vini. 

Con i consumatori che diventano sempre più coscienti e responsabili, il biologico e la sostenibilità sono due elementi fondamentali per le aziende alimentari pugliesi. Così come lo è la tracciabilità. 

Per questo, cinque imprese della Piana degli ulivi monumentali (fra Monopoli e Carovigno) hanno selezionato tre alberi per partecipare al progetto Ulia, un’app per smartphone che permette di tracciare il prodotto in ogni sua fase. Sono state tracciati 1.298 chili di olive (150,4 litri di olio extravergine) grazie a un QR code sul collarino della confezione. I consumatori possono scansionare il QR code per scoprire tutto sull’olio che hanno in tavola, incluso l’albero da cui arriva. 

L’industria alimentare è importante non solo per la Puglia, ma per tutta la nazione. Infatti, è la seconda in Italia per fatturato (132 miliardi di euro), seconda sola a quella meccanica. Per entrambe, sostenibilità e tecnologia sono fondamentali. Infatti, operai in settori come quello metalmeccanico ed automotive usano strumenti come le viti m2 per fissare le parti metalliche mentre software innovativi creano prodotti sicuri, efficienti e sostenibile. Nell’agroalimentare, le aziende usano sempre più strumenti tech come l’app Ulia ma non dimenticano l’importanza del lavoro manuale. 

L’apporto delle giovani start up può solo accelerare questo cambiamento e questa crescita. Tra i nuovi progetti pugliese dedicati al mondo del cibo la piattaforma Tziboo che permette ai produttori italiani di digitalizzare il loro catalogo di offerte, vendendo online in sicurezza. Poi c’è la startup Eco Fly Tech che si concentra sugli sprechi alimentari. L’obiettivo di questo progetto è usare la tecnologia eCORS per il trattamento dei residui organici per convertirli in pet food.