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in questura semina il caos

Cacciavite alla gola di un cameriere, poi tenta di sottrarre la pistola a un agente

In foto: una Volante davanti alla sede della questura
una Volante davanti alla sede della questura
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 19 feb 2024 17:09 ~ ultimo agg. 20 feb 12:16
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Una notte di ordinaria follia quella di un 45enne riminese, residente a San Marino, che domenica ha prima puntato un cacciavite alla gola di un dipendente di un pub in corso d’Augusto, poi, una volta in questura, durante gli accertamenti di rito ha seminato il caos, aggredendo i poliziotti e cercando di sottrarre per ben due volte la pistola d’ordinanza di un agente.

Tutto è iniziato verso le 2.30 di notte, quando all’interno di un pub del centro storico di Rimini ha infastidito la clientela a causa del suo evidente stato di ubriachezza. Un dipendente è intervenuto per allontanarlo, ma il 45enne ha estratto dalla tasca del cappotto un cacciavite e glielo ha puntato alla gola minacciandolo. Resosi conto probabilmente di aver esagerato, l’uomo è uscito da locale mentre sul posto è arrivata una Volante della polizia. Gli agenti lo hanno identificato pochi minuti più tardi in piazzetta San Martino. Con sé il riminese aveva ancora il cacciavite e per questo è stato condotto in questura.

Durante gli accertamenti di rito, necessari per la conseguente denuncia per porto ingiustificato di armi od oggetti atti ad offendere, il 45enne, complice l’alcol ingerito, ha dato più volte in escandescenza: prima si è rifiutato di sottoporsi ai rilievi foto-dattiloscopici, poi ha fatto irruzione nella “Sala Volanti” per cercare di riprendersi i suoi effetti personali. Ne è nata una colluttazione con due poliziotti, colpiti con calci e pugni: “Vi ammazzo, vi sparo”, avrebbe gridato il riminese in quei concitati momenti.

Mentre tentava di divincolarsi dalla presa degli agenti, per ben due volte ha cercato di sottrarre la pistola d’ordinanza, riuscendo per un attimo a toccare il calcio dell’arma. Grazie all’intervento del corpo di guardia, il 45enne è stato ammanettato e condotto nella cella di sicurezza, dove anziché calmarsi ha continuato il suo “show” con calci, pugni e testate alla porta. All’improvviso ha estratto un accendino che aveva abilmente nascosto negli slip e con quello ha dato fuoco a parte dei vestiti che nel frattempo si era tolto. La prontezza degli agenti, che lo sorvegliavano dalle telecamere interne, ha scongiurato che nella cella scoppiasse un incendio.

Il 45enne, difeso dall’avvocato Massimiliano Orrù, è stato arrestato per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale (i due poliziotti hanno riportato tre e cinque giorni di prognosi), e per rapina. Questa mattina è comparso in tribunale per la direttissima. Il suo legale ha chiesto i termini a difesa e, in attesa dell’inizio del processo, il giudice ha disposto nei suoi confronti il divieto di dimora nella provincia di Rimini.