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Sanità, acque agitate

I Cau accendono il dibattito a Fuori dall'Aula. Pesaresi (Snami): molto perplessi

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 7 dic 2023 12:44 ~ ultimo agg. 19:15
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Lo sciopero dei medici ospedalieri, il nuovo tariffario che mette a rischio le prestazioni delle strutture private accreditate, la burocrazia che affligge i medici di medicina generale e le perplessità sui nuovi Centri di Assistenza Urgenza (Cau). La sanità è stata protagonista ieri sera della puntata di Fuori dall’Aula. Ospiti il presidente del sindacato Snami Pietro Pesaresi, il segretario di Anaao Romagna Francesco Feletti e, in collegamento, il presidente di Aiop Emilia Romagna Luciano Natali. Ad accendere il dibattito sono stati i Cau.

Fuori dall’Aula. Acque agitate nella sanità

Acque agitate per la sanità. Martedì 5 dicembre, hanno incrociato le braccia i medici ospedalieri e gli infermieri delle sigle Anaao Assomed, Cimo Fesmed e Nursing Up. Elevata l’adesione: in Romagna oltre 500 professionisti tra cui quasi 300 medici. Garantiti i servizi essenziali ma sono saltate visite e interventi. Le istanze della mobilitazione riguardano la difesa della sanità pubblica, la tutela al diritto alle cure dei cittadini e la valorizzazione dei professionisti della salute. Nel mirino l’ultima legge di bilancio del Governo e non solo. Intanto nel riminese i medici di base della Fimmg hanno minacciato lo stato d’agitazione puntando il dito sulla riforma dell’emergenza urgenza voluta dalla Regione e su alcune scelte dell’Ausl Romagna: i timori riguardano la nascita dei CAU, centri di assistenza urgenza, col progressivo smantellamento della Guardia Medica ma anche la troppa burocrazia e una cartella sanitaria, la Sole, con performance pessime che fanno perdere ore se non giorni. Sul piede di guerra da qualche settimana anche le associazioni che rappresentano le strutture private accreditate in Emilia Romagna: dal prossimo anno infatti sarà applicato il nuovo tariffario con cifre al ribasso e questa diminuzione metterebbe a rischio un milione di prestazioni a livello regionale come Tac e risonanze con conseguente allungamento delle liste d’attesa, ambito dove già si scontano notevoli difficoltà. E non rincuorano le ultime statistiche nazionali in base alle quali mancherebbero circa 30 mila medici negli ospedali di cui 4500 nei pronto soccorso, 65 mila infermieri ed, entro il 2025, 40 mila persone tra personale medico e sanitario. Insomma, da qualsiasi lato lo si guardi il quadro lascia ben poco tranquilli. Che sanità avremo nel prossimo futuro?