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consegnata all'assessore

“Vieni oltre fratino”. La petizione supera le 230 firme

In foto: la locandina della petizione
la locandina della petizione
di Redazione   
Tempo di lettura 5 min
Mer 27 Set 2023 16:40
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Si chiede non sia più concessa la spiaggia davanti all’ex colonia Bolognese per la Rimini Beach Arena, che rimanga libera e diventi un’oasi protetta, valorizzandone la vegetazione. E’ una delle richieste avanzate dalla petizione, già sottoscritta da 230 persone “Vieni oltre fratino” consegnata dai promotori in un incontro che si è svolto lunedì all’assessore comunale all’ambiente Anna Montini. Tra le richieste anche la correzione delle buche pontaie che nei monumenti impediscono l’accesso alle piccole specie benefiche come rondoni, chirotteri, gechi, a partire dal Castel Sismondo, per il quale Monumenti Vivi Rimini aveva già presentato una proposta di progetto in Comune.

 

L’incontro con l’Assessora Anna Montini, la dirigente Catia Caprili e la Responsabile U.O. Qualità ambientale Elena Favi – spiegano i promotori della petizione –  è stato un incontro cordiale che ha confermato però le riserve del nostro comitato sulla concreta tutela della biodiversità nel nostro territorio. Abbiamo portato loro le istanze contenute nel testo VIENI OLTRE FRATINO : QUALE CULTURA SENZA TUTELA DELLA BIODIVERSITA’? Una sensibilità e una visione che mette al centro il rispetto della natura selvatica dentro la città, a partire da precise richieste che riguardano due specie di uccelli selvatici che simboleggiano la biodiversità della costa- i fratini- e quella del contesto urbano- i rondoni. Abbiamo ricordato loro che non facciamo capo a nessuna associazione, siamo un comitato spontaneo di cittadine e cittadini che dal basso intende far sentire la sua voce, esprimendo un semplice concetto: la città è un ecosistema complesso di cui noi, esseri umani, non siamo i soli abitanti, a tal punto che anche i luoghi definiti “morti”, perché abbandonati dagli uomini, sono invece assolutamente VIVI- di una vita non umana, ma non per questo meno viva. Una vita su cui portare attenzione. La lettera con le circa 230 firme raccolte (ricordiamo che la sottoscrizione è tutt’ora in corso) è stata presa in carico per essere fornita a quello che sarà il gruppo di pianificazione del nuovo piano dell’arenile. 
Come comitato lavoreremo affinché le nostre istanze vengano recepite, chiedendo a breve anche un incontro con il Sindaco, per portare il livello della discussione a un piano sistemico e organico tra le varie competenze dell’Amministrazione, affinchè i temi della biodiversità, della cultura della biodiversità, della sostenibilità ambientale legata all’urbanistica e all’edilizia trovino maggiore concretezza e consapevolezza. Crediamo nella necessità che il concetto di beni comuni, quali ad esempio la spiaggia libera, acquisisca centralità e maggiore attenzione, con un conseguente beneficio per tutte e tutti: quest’ultimo punto non è da meno poiché ci è stato confermato che nell’attuale piano dell’arenile la duna naturale dove nidifica la specie protetta del fratino è destinata a diventare uno stabilimento balneare privato.
Inoltre abbiamo proposto un’iniziativa che parte dal gruppo Monumenti Vivi Rimini che prenderebbe vita a partire dalla prossima stagione estiva, finalizzata a diffondere tra i cittadini esempi virtuosi nell’ambito della tutela dei nidi degli uccelli migratori negli edifici privati: case, ma anche e soprattutto strutture alberghiere.
Ci riferiamo ai nidi di rondoni, rondini, balestrucci, specie insettivore altamente benefiche, tutelate dalla normativa europea, ma in declino in tutta Europa, anche a causa di ristrutturazioni e restauri che ne provocano la distruzione. Lo scorso luglio abbiamo consegnato la prima targa CASA AMICA DELLE RONDINI alla famiglia Marcaccini alla presenza di Icaro TV, targa che ci è stata donata dal Laboratorio ceramico di Cecilia Coppola che l’ha realizzata. Sarebbe davvero importante che quella consegna non restasse un caso isolato, seguendo l’esempio dei numerosi Comuni che in Italia, ma anche in altri paesi europei come la Francia, già da tempo sono impegnati in questo tipo di iniziative.
Crediamo si tratti di un gesto simbolico dal profondo valore politico e culturale: valorizzare chi fa concretamente opera di conservazione contribuisce a sensibilizzare sempre più persone sull’importanza della biodiversità e soprattutto sul concetto sempre più attuale di città come ecosistema complesso.
La sola richiesta che fatta al Comune è il piccolo finanziamento economico legato alla realizzazione delle targhe, occupandoci noi dell’individuazione degli edifici e di tutto il resto. Monumenti Vivi Rimini sta già da due anni mappando e monitorando i nidi negli edifici, con una mappa online disponibile alla consultazione di tutti. Un finanziamento che però non vogliamo che arrivi a noi, ma si leghi esclusivamente all’acquisto delle targhe, peraltro parliamo di una piccolissima somma di denaro.
Da ultimo il gruppo ha rinnovato la proposta relativa ai Monumenti, l’affissione cioè di una targa Monumento Vivo nei diversi monumenti cittadini che ospitano nidi, uno fra tutti il Palazzo del municipio in Piazza Cavour, meravigliosa colonia di rondoni pallidi. Ci sono nidi in ogni finestra, nei cassettoni delle tapparelle.
In merito alla raccolta firme abbiamo specificato che si tratta di una raccolta firme cartacea: il motivo è il desiderio di confronto ed ascolto con la cittadinanza, che non si sta limitando a sottoscrivere il testo, ma ne condivide e argomenta i contenuti espressi. La lettera è sempre disponibile per essere firmata dal lunedì al sabato, dalle 17 alle 19, in Via Cairoli 87, nella sede dell’Associazione Arti in Cantiere“.

Le altre richieste che accompagnano la petizione: “Chiediamo che la tutela dei nidi negli edifici sia inserita nel RUE e che valga tutto l’anno, e laddove sia impossibile conservare i nidi li si rimpiazzi obbligatoriamente con cassette nido artificiali. Chiediamo che venga posto all’Ordine degli Architetti il problema dei nidi degli uccelli migratori e di tutte quelle specie animali che nidificano negli edifici, alla luce di una totale assenza di questo tema nella bioarchitettura, promuovendo nei nuovi edifici caratterizzati da superfici perfettamente lisce e senza cavità, sia pubblici che privati, cassette nido artificiali. Chiediamo che gli edifici abbandonati, nel momento in cui vengono demoliti o totalmente ristrutturati, vengano sottoposti ad analisi circa la presenza di specie animali nidificanti, al fine di poterle tutelare tramite precise scelte urbanistiche o l’adozione di cassette nido artificiali”.

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