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Non perdere la speranza

Lavoratori e senza casa: l'identikit dei nuovi poveri nel rapporto Caritas

di Stefano Rossini   
Tempo di lettura 6 min
Gio 8 Mag 2025 18:57 ~ ultimo agg. 19:17
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Una povertà che non molla, anzi, che stringe le sue spire e costringe sempre più persone a tornare a chiedere aiuto, sempre per chi trova la forza per farlo. Questo è forse uno dei dati più preoccupanti che esce dal rapporto caritas sulle povertà del 2024. In un anno il numero di richieste di aiuto è cresciuto di 10mila, passando da 74.624 a 84.825. Ma l’aumento più allarmante riguarda i ritorni. Il 68% delle persone (7 su 10) ritornano. Chi scivola nell’indigenza fatica a uscire, e la congiuntura economica non aiuta, visto che Rimini si posiziona come seconda città più cara d’Italia. Sempre di più, infatti, sono le persone che pur avendo un lavoro chiedono aiuto, e dormono per strada.

"Sono 20 anni che pubblichiamo questo Rapporto - racconta Isabella Mancino dell'osservatorio sulle povertà di Caritas Rimini -  In 20 anni la povertà è molto cambiata: prima incontravamo prevalentemente persone di passaggio, adesso la prevalenza è fatta di persone che vivono su questo territorio. La maggioranza era composta da stranieri, che venivano da una ventina di nazioni del mondo, mentre adesso la percentuale degli italiani si sta avvicinando a quella degli stranieri e quest’ultimi provengono da tutto il mondo. In passato il problema principale era la mancanza del lavoro, adesso sono quasi sempre situazioni multifattoriali".

 

 

 

DIETRO I NUMERI, VOLTI E STORIE

Le 47 Caritas riminesi hanno assistito 4.601 nuclei familiari nel 2024, aiutando complessivamente 8.838 persone, di cui 2.125 minori. Ciò che allarma è soprattutto l'impennata nei passaggi - il numero di richieste di aiuto - cresciuti di 10.000 in un solo anno: da 74.624 a 84.825. In media, ogni famiglia si è rivolta ai nostri centri 18 volte nell'anno, più di una volta al mese, segno di difficoltà persistenti e crescenti.

Lo 0,7% dei residenti nella diocesi ha bussato alle porte della Caritas. La povertà colpisce con particolare durezza l'entroterra: Mondaino (1,9%), Gemmano (1,5%), Morciano di Romagna (1,3%), Saludecio (1,1%), San Giovanni in Marignano (1%) e Verucchio (1%). Molte famiglie si sono trasferite nell'entroterra attratte dagli affitti più accessibili, ma si sono ritrovate in grave difficoltà a causa del costo dei carburanti e del caro vita generale.

LA SPIRALE DELLA POVERTÀ

7 persone su 10 tornano a chiedere aiuto (dal 59% del 2022 al 68% del 2024). Questo dato racchiude una verità fondamentale: la povertà non è solo una questione economica o occupazionale, ma coinvolge il benessere relazionale, la salute fisica e mentale, la solitudine, il senso di abbandono, e talvolta problemi di legalità o dipendenze.

La povertà si insinua anche nell'incapacità di chiedere aiuto. Sempre più frequentemente, incontriamo persone che scivolano nell'indigenza perché non riescono ad ammettere la propria difficoltà ad amici o familiari, intrappolate in una spirale di vergogna e isolamento.

L'aumento dei ritorni rappresenta un segnale chiaro: uscire dalla povertà è sempre più difficile. Ma indica anche che il volontario Caritas diventa progressivamente un volto amico, un punto di riferimento in cui riporre fiducia.

CHI SONO I NOSTRI ASSISTITI

IMMIGRATI: 2.621 persone (57% del totale, +83 rispetto al 2023)

ITALIANI: 1.901 persone (41,3% del totale, +118 rispetto al 2023)

IL VOLTO DELLA POVERTÀ ITALIANA

Mai avuto un numero di residenti nella diocesi così alto: 1.488 persone su 1.901.

  • 78% sono residenti stabili nel territorio

  • 55% uomini

  • 68% con basso titolo di studio

  • 28% senza dimora

  • 44% tra i 50 e i 65 anni

  • 49% vive in solitudine

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    LA REALTÀ MIGRATORIA

Le persone assistite provengono da 91 nazioni diverse, con nuove presenze da Finlandia, Arabia Saudita, Thailandia, Indonesia e Bahamas. Le principali aree di provenienza sono Nord Africa (32%), Europa Centro-Orientale (30%), Unione Europea (12%), Africa Occidentale (11%) e Sud America (7%).

Il 40% dei migranti vive sul territorio riminese con la propria famiglia, spesso nuclei con minori e monoreddito che faticano a trovare casa e affrontano difficoltà nella gestione dei figli, soprattutto per donne sole con background culturali diversi.

Registriamo un aumento di richiedenti asilo e persone con protezione sussidiaria, conseguenza della "terza guerra mondiale a pezzi", di disastri ambientali e di politiche migratorie che offrono meno risorse per l'integrazione. Molti escono dai circuiti di accoglienza con documenti regolari, ma senza conoscere l'italiano, senza casa e senza lavoro.

Particolarmente toccante la situazione delle donne ucraine pensionate che vorrebbero tornare in patria, ma non possono a causa del conflitto.

L'EMERGENZA DEI SENZA DIMORA

La percentuale di persone senza dimora è drammaticamente aumentata dal 29,6% al 35,4% in un solo anno. Parliamo di 1.450 persone, delle quali 368 hanno residenza in provincia di Rimini e circa 300 sono presenze stabili sul territorio, ma senza residenza. Dormono nei pressi della stazione, sotto i ponti, in case e barche abbandonate, nei sottopassi, sotto le pensiline dei tram, nelle cabine in spiaggia e sui sagrati delle chiese.

Questo allarmante incremento è dovuto principalmente all'impossibilità di trovare casa in affitto a Rimini e alle richieste di garanzie proibitive, come un intero anno di affitto anticipato. Non possiamo però biasimare i proprietari che spesso hanno avuto esperienze negative con precedenti affittuari e non si sono neppure fidati degli incentivi e delle proposte dei bandi pubblici che garantivano affitti.

Un altro fattore determinante è stata la cessazione del Reddito di Cittadinanza, sostituito dall'Assegno di Inclusione. Molti senza dimora, soprattutto italiani, che con il Reddito riuscivano a pagarsi un alloggio, nel 2024 non hanno potuto beneficiare del nuovo sussidio, ritrovandosi letteralmente per strada.

Tra i senza dimora prevalgono gli immigrati (67%), prevalentemente giovani da: Marocco, Tunisia, Nigeria, Egitto e Pakistan, con scarsa conoscenza dell'italiano. Ma troviamo anche immigrati di lungo periodo che non sono più riusciti a inserirsi nel mondo del lavoro.

Un fenomeno preoccupante: aumentano i senza dimora che hanno un lavoro ma, nonostante questo, non riescono a trovare casa.

NON SOLO DISOCCUPATI

Il panorama della povertà sta cambiando: diminuiscono i disoccupati (63,9%), ma aumentano le persone occupate (12,7%), i pensionati (9,5%) e gli invalidi (4,6%) che si rivolgono a noi.

Tra chi lavora o cerca lavoro non ci sono solo persone impegnate nel settore turistico/ricettivo, assistenziale, edilizio ed agricolo, ma anche artigiani, commercianti, operai specializzati, impiegati d'ufficio, artisti ed ex imprenditori.

L'aumento di pensionati e invalidi è dovuto non solo al caro vita, ma anche a situazioni di profonda solitudine e abbandono sociale.

 

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