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con il centro a bassa soglia

Non snaturare Casa Madiba e Casa Don Gallo. Un appello all'Amministrazione

In foto: Casa Madiba
Casa Madiba
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
sab 1 lug 2023 11:25 ~ ultimo agg. 2 lug 12:59
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Un appello rivolto al Sindaco di Rimini da parte di un insieme di artisti, intellettuali, ricercatori, professionisti a proposito della vicenda che riguarda il Centro servizi a bassa soglia che sarà realizzato nel piazzale in via Dario Campana fra Casa Madiba e Casa Don Gallo, con il cantiere di prossima partenza. Tra i firmatari, anche l’ex assessore alla Cultura del Comune di Rimini Massimo Pulini.


Gentilissimo sig. Sindaco,

ci sembra che una delle esperienze sociali e politiche più feconde, innovative e istituenti che la nostra città abbia conosciuto, Casa Madiba Network, a causa di un approccio del tutto errato e di un intervento che rischia di essere di fatto distruttivo, sia messa in pericolo dal progetto e dal cantiere del Centro servizi a bassa soglia previsto su quell’area urbana e voluto dall’Assessorato ai servizi sociali.

Casa Madiba è un vero e proprio laboratorio politico/sociale cittadino di pratiche solidali, collaborative, artistiche, culturali, sottratte a logiche di mercificazione e commercializzazione, animate da spirito mutualistico, volte a definire, sperimentare e praticare quella società della cura che dà senso all’esserci. Queste pratiche istituiscono spazi di partecipazione attiva che combattono la passivizzazione dei cittadini ed il loro rinchiudersi in casa di fronte alle televisioni, in un contesto urbano siccitoso che vede inaridire i luoghi di aggregazione sociale.

In questo clima, spazi come quello di Casa Madiba Network costituiscono un esempio di democrazia, un’esperienza collettiva di empowerment, ovvero di produzione di soggettività, generando un bene comune per la città.

Accanto a Casa Madiba, e in simbiosi con essa, da alcuni anni, volontari, attivisti e operatori hanno dato vita a Casa Don Gallo che, lungi dall’essere un grigio dormitorio, ha ospitato e ospita persone senza tetto che si sono rese protagoniste della progettazione e della realizzazione di percorsi volti alla protezione, all’autonomia e all’autodeterminazione attraverso la presa di parola, il pensiero critico, attraverso il conflitto contro l’idea che la povertà sia il risultato di colpe personali e singolari e non l’effetto di un sistema che rende i ricchi sempre di meno e sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri e sempre di più.

Non riusciamo a capire perchè l’amministrazione comunale anziché valorizzare questa esperienza, unica nel suo genere, abbia concepito un innesto ostile progettando un centro servizi a bassa soglia che si incuneerà come un grimaldello fra Casa Madiba e Casa Don Gallo stravolgendone sia gli spazi, sia le attività faticosamente realizzate in anni di impegno e dedizione. Questa rete aggregativa di scambi, dialoghi e relazioni è un’autentica ricchezza, per costruirla ci vogliono anni e per distruggerla basta poco. Non si può spostare altrove come si sposta un pacco perchè non è un pacco ma una rete di relazioni, un Network appunto.

Il progetto del centro servizi a bassa soglia è arrivato dall’alto e dall’altro, senza coinvolgere nella progettazione i soggetti che vivono, abitano, e praticano forme di relazioni culturali in quello spazio e che vedranno l’ambiente (a proposito di impatto ambientale) trasformato e deformato già a partire dall’apertura del cantiere, la cui durata sarà all’incirca di un anno, e definitivamente sovvertito dalla realizzazione di un servizio che si propone di concentrare in un unico luogo persone marginalizzate a vario titolo cui offrire servizi secondo una logica assistenzialista, di mantenimento della passività e della marginalità sociale e politica e non un percorso di presa di coscienza e di dignità.

Noi riteniamo che questa esperienza vada invece riconosciuta e potenziata attraverso un dialogo fra interlocutori aventi pari dignità e che si possa stabilire una collaborazione partecipata fra tutti i soggetti coinvolti in questa situazione perchè secondo noi proprio l’esperienza di casa Madiba Network e Casa Don Gallo dimostra che rendere attive e protagoniste le persone va nella direzione della costruzione di una comunità che viene, una comunità che ancora non c’è ma che possiamo costruire se lo vogliamo.

Per questi motivi, Signor Sindaco le chiediamo di essere garante di un incontro operativo che possa trovare una soluzione che salvaguardi e valorizzi l’esperienza di Casa Madiba Network e Casa Gallo.

I firmatari:

Alessandro Giovanardi, storico e critico d’arte

Angelica Pesarini, docente universitaria, attivista culturale

Carlotta Magnani, dottoranda EHESS (École des hautes études en sciences sociales-Marsiglia)

Daniela Nicolò, compagnia teatrale Motus

Enrico Casagrande, compagnia teatrale Motus

Fabio Bruschi, promotore culturale

Fabio Pazzaglia, operatore sociosanitario

Fausto Battistel, essere umano

Federico Chicchi, docente Università di Bologna

Kiril Cholakov, artista

Leonardo Montecchi, psichiatra, psicoterapeuta, Direttore della scuola di prevenzione José Bleger

Marialuisa Cipriani, architetta, paesaggista

Marie Moïse, ricercatrice Standford University of Florence/University of Innsbruck e attivista

Massimo Pulini, pittore e scrittore

Matteo Fano, dottorando EHESS (École des hautes études en sciences sociales-Marsiglia)

Maurilio Pirone, ricercatore Università di Bologna

Mauro Turrini, ricercatore del Centro Nazionale della Ricerca di Spagna

Roberto Paci Dalò, artista e docente universitario

Sabrina Foschini, artista, scrittrice

Sandro Mezzadra, docente Università di Bologna

Serenella Grittani, neuropsichiatra infantile AUSL della Romagna

Vanessa Guidi, Vicepresidente Mediterranea Saving Humans