Anni di maltrattamenti e aggressioni alla compagna, albergatore assolto in appello

E’ finito a processo per aver maltrattato la compagna, nonché madre di suo figlio, per 11 anni. Nel dicembre del 2017, nel corso dell’ennesimo litigio, l’avrebbe aggredita fratturandole la nona e la decima costola, oltre alla quinta falange della mano destra, come venne documentato dai referti ospedalieri. L’imputato, un ex albergatore pugliese di 49 anni, da tempo residente a Rimini, lo scorso settembre era stato condannato dal tribunale monocratico a 3 anni di reclusione per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali e a risarcire la moglie di 20 mila euro, oltre al pagamento delle spese processuali.
Quelle accuse, però, anche dopo la sentenza di condanna di primo grado, lui le ha sempre ritenute infondate, tanto da continuare a professarsi innocente. Il suo difensore, l’avvocato Gianmaria Gasperoni, ha presentato ricorso alla Corte d’Appello di Bologna, che ieri (lunedì) ha ribaltato la sentenza del tribunale di Rimini. L’ex albergatore, infatti, è stato assolto dai maltrattamenti con formula piena, “perché il fatto non sussiste”. Una pronuncia, quella dei giudici bolognesi, maturata sulle prove della difesa, che ha prodotto gli audio registrati dall’uomo col proprio smartphone in cui veniva insultato a più riprese dalla compagna, una 55enne riminese. Portati all’attenzione della Corte anche le foto pubblicate sui social che ritraevano i due conviventi durante alcune uscite con amici, a cena, in spiaggia o all’ora dell’aperitivo, così da smentire la versione della 55enne, che aveva raccontato di aver vissuto per anni in un regime di segregazione, costretta dal compagno geloso a restare spesso in casa.
Quanto alle lesioni, la Corte d’Appello ha invece condannato l’ex albergatore a sei mesi di reclusione, rideterminando l’importo del risarcimento in 1.500 euro. Anche in questo caso l’imputato ha fornito una versione ben diversa da quella dell’ex compagna. Lui, riferendosi alla presunta aggressione, aveva parlato di un forte litigio con la donna, che, mentre cercava di colpirlo con schiaffi e pugni, aveva inciampato nel tappeto del salotto urtando contro il mobile. Ecco spiegato – secondo l’ex albergatore – la frattura delle due costole e della falange della mano destra. Oltretutto quel giorno, quando fu lui per primo a chiamare la polizia, riportò delle lesioni lievi che gli avrebbe provocato proprio la donna. Per questo motivo l’avvocato Gasperoni ha preannunciato ricorso in Cassazione contro la condanna per lesioni.
In questi anni di battaglie legali a fare le spese della situazione conflittuale tra gli ex conviventi è stato il figlio minore, al centro di una causa ancora pendente relativa al suo affidamento.
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