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battaglia in tribunale

Maestra accusata di maltrattamenti sui bambini, chiesta la condanna

In foto: le immagini dei carabinieri che ritraggono la Pacassoni
le immagini dei carabinieri che ritraggono la Pacassoni
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 15 giu 2023 18:31 ~ ultimo agg. 16 giu 15:20
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Loredana Pacassoni, maestra oggi in pensione, all’epoca dei fatti in servizio alla scuola d’infanzia comunale di Rimini “Il Delfino”, fu arrestata nell’aprile del 2016 con l’accusa di maltrattamenti aggravati ai danni di alcuni piccoli alunni. A distanza di 7 anni, ci si avvia alla conclusione del processo di primo grado. Ieri il pubblico ministero Davide Ercolani ne ha chiesto la condanna a 4 anni e tre mesi di reclusione, ribadendo ancora una volta, nel corso di un’accurata requisitoria, come il reato a lei contestato non debba essere derubricato in abuso di mezzi di correzione.

Secondo l’accusa, l’imputata aveva tenuto i suoi alunni, dei bambini di tre anni, “in un continuo stato di soggezione e paura, a causa del suo atteggiamento violento e vessatorio”. Le telecamere nascoste, installate all’epoca dai carabinieri dopo la segnalazione di una collega, immortalarono strattonamenti, schiaffi sulle mani, e minori sollevati da terra con forza. E poi grida e minacce. Gli avvocati di parte civile – tra i quali figurano Cristiano Basile, Francesco Pisciotti, Carlotta Venturi, Gianluca Tencati, Manuel Maggioli, Giuliano Bonizzato – hanno parlato di un clima di costante da paura e di una disciplina da caserma, con maltrattamenti anche di carattere psicologico.

Di tutt’altro avviso i difensori della maestra, gli avvocati Moreno Maresi e Mattia Lancini, che continuano a sostenere come si stia svolgendo un processo su un minuto e 10 secondi di video a fronte di un mese di riprese, pari a 720 ore di girato, dalle quali emergerebbe un ritratto ben diverso della Pacassoni, maestra – secondo la difesa – capace di consolare i suoi scolari, di regalare loro carezze e abbracci e, qualche volta, anche rimproveri a fin di bene. La coppia di legali ha evidenziato inoltre l’assenza di un uso sistematico di violenza. “Una richiesta di pena spropositata, quella del pm, che non trova riscontro nei fatti”, dicono. Repliche e lettura della sentenza previste il 12 luglio.