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parapiglia a rimini

Fratelli minorenni presi a pugni in strada, il padre interviene con un bastone

In foto: repertorio
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 17 mag 2023 19:01 ~ ultimo agg. 18 mag 17:11
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Un’aggressione avvenuta in un’area verde in via Cuneo a Rimini, nell’aprile del 2021, ai danni di due fratelli minorenni, è costata il processo per lesioni aggravate a tre ragazzi maggiorenni di origine sinti, di età compresa tra i 20 e 22 anni, difesi dall’avvocata Ninfa Renzini. Davanti al tribunale monocratico di Rimini, però, è finito tra gli imputati anche il padre dei due fratelli, un 39enne napoletano (assistito dall’avvocato Cristian Brighi), che, secondo l’accusa, sarebbe andato in loro soccorso portando con sé un bastone di legno.

Quel giorno, stando alla ricostruzione della polizia, i due fratelli, che stanno giocando a calcio in uno spiazzo verde, vengono aggrediti per motivi non ancora chiariti dai tre maggiorenni. Ad essere preso di mira è il più piccolo, che all’epoca dei fatti aveva 10 anni. In sua difesa interviene il fratello maggiore, che ha tre anni in più. In breve tempo dalle parole si passa ai fatti e i tre ragazzi colpiscono con schiaffi e pugni i due fratelli, che si difendono come possono e chiamano i genitori.

Marito e moglie si precipitano sul posto, nel mentre però avvisano le forze dell’ordine. Il padre porta con sé in auto una mazza, che però non utilizzerà mai. L’arrivo dei poliziotti è tempestivo ed evita che la situazione possa degenerare. I fratelli hanno escoriazioni e lividi, uno dei due presenta anche una ferita da arma da taglio. Arma mai trovata. Entrambi, accompagnati in pronto soccorso, vengono dimessi con una prognosi di 7 giorni.

I loro genitori sporgono denuncia nei confronti dei tre aggressori, oggi a processo insieme al 39enne napoletano. I poliziotti, infatti, notando nell’auto dell’uomo il bastone di legno, decidono di denunciarlo per aver portato fuori dalla propria abitazione un oggetto atto ad offendere. Il processo dovrà chiarire come siano andati realmente i fatti e se il genitore avesse realmente intenzione di utilizzare il bastone per difendere i suoi figli.