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di carlo alberto pari

Inflazione e aumento tassi. Riflessione sui danni per una famiglia media

di Redazione   
Tempo di lettura 3 min
Dom 2 Apr 2023 07:38
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Quali le conseguenze per una famiglia media a causa dell’inflazione e dell’aumento dei tassi? Quale esperto di finanza ed economia ci propone una riflessione Carlo Alberto Pari.

Continua a salire il costo del denaro, con il nuovo aumento da parte della BCE, il tasso di rifinanziamento principale è arrivato al 3,5%. Non entro in merito alla decisione, che spesso,
ognuno interpreta in funzione dei propri interessi. Per l’Italia, senza dubbio, è una notizia negativa, del resto, per chi ha troppi debiti e continua a farne, sono tanti gli eventi che creano
problemi. Di certo, l’inflazione è il maggiore nemico economico del momento, per tentare di arginarla, da sempre, l’aumento dei tassi è una delle soluzioni. Il danno creato dall’inflazione è ingente, raramente assorbibile, estremamente pericoloso, certamente infido.
Una recente ricerca, ha stabilito che nella provincia di Rimini, l’importo medio dei mutui per l’acquisto della casa è il più alto della Regione Emilia Romagna, mediamente, 156.000 euro. Una recente ricerca della FABI, Federazione Autonoma Bancari Italiani, il sindacato del settore credito in Italia, evidenzia che sui mutui a tasso fisso, la remunerazione è in alcuni casi raddoppiata, su quelli a tasso variabile, aumenti spesso superiori al 20% (24%).

Proviamo ad analizzare cosa accade ad una famiglia media, tra aumento dei tassi ed inflazione. Tralasciando le rate sui prestiti per acquisto auto, elettrodomestici, viaggi, cellulari, ed ogni altro genere di beni, ormai di ”gran moda” e significativamente incidenti sui bilanci familiari, ma difficilmente ipotizzabili per una media, l’ipotesi prende in considerazione una giovane famiglia, con un
mutuo per la casa di nominali 150.000 euro a 20 anni, ed un’entrata mensile “certa” di 3.500 euro netti. Un nucleo familiare che definirei molto fortunato, con entrate certe e stipendi oltre
la media, peraltro, sempre più raro nel panorama nazionale, soprattutto tra le nuove generazioni.
Dopo gli ultimi aumenti dei tassi da parte della BCE, il mutuo della famiglia avrà subito un ragguardevole aumento della rata mensile (ovviamente in funzione alla tipologia dello stesso),la ricerca sopra evidenziata, indica un aumento orientativo di oltre 150 euro mensili. Ulteriore perdita del valore reale delle entrate, sarà dovuta all’inflazione, in questo caso, quantificabile in funzione dei dati indicati per il 2022 ( oltre 8% ) e presunti per il 2023 ( oltre 6%), in totale, non lontano dal 15%. In sostanza, per la famiglia presa ad esempio, oltre 500 euro mensili. Da evidenziare, che tanti lustri addietro, quando l’inflazione era così significativa, la “scala mobile” permetteva di adeguare automaticamente i salari, in funzione agli aumenti.

Riassumendo e concludendo il nostro esercizio, abbiamo rilevato che una famiglia “benestante”, con un reddito mensile netto e certo di 3.500 euro netti, con un mutuo per la casa di 150.000
euro variabile, a causa dell’aumento dei tassi, ed a causa dell’inflazione, avrà subito una perdita totale non lontana dai 600/700 euro mensili, ergo, il 20% delle entrate, praticamente, in poco più di un anno! Infine, è anche bene rimarcare, che se la famiglia presa in esame non avesse un mutuo da pagare (oltre il 75% del totale in Italia, ma in tantissimi hanno rate su beni di consumo), la perdita del valore mensile delle entrate, dovuta all’inflazione ( se i dati presunti per il 2023 saranno confermati) sarà comunque elevata, circa 500 euro (15% delle entrate) .
Appare evidente la gravità della situazione, che dovrebbe essere affrontata dalla politica tra le priorità assolute, una perdita così cospicua delle disponibilità per una famiglia media, pone le
basi per rilevanti problemi di carattere economico e sociale.

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