25 aprile: icona di libertà. Una riflessione sulle tecnologie

Il 25 aprile del 1945, è la data in cui il Comitato Nazionale Alta Italia, Presieduto tra gli altri dall’indimenticabile Presidente della Repubblica Santo Pertini, proclamò l’insurrezione di tutti i territori ancora occupati. E’ divenuta in seguito una data simbolo, la fine di una lunga e sanguinosa dittatura.
Per le generazioni che non hanno mai vissuto in regime assoluto, la libertà appare scontata ed inviolabile, come sancisce l’art 13 della nostra Costituzione. Eppure, diversi segnali destano preoccupazione. La tecnologia ci ha reso facilmente controllabili, valutabili, intercettabili anche a distanza, senza rischi e senza destare sospetti. Oramai, appare quasi patetica la privacy. Esistono diversi strumenti che devono essere monitorati con diligenza. Evito volutamente il “computer”, meriterebbe una lunga analisi. Ne cito solo tre, in ambiti diversi, per indurre una riflessione.
Il primo. Il lavoro a distanza. E’ senz’altro un’opportunità, ma senza regole ed adeguata contrattazione con gli organi deputati, potrebbe rivelare insidie pericolose, pensiamo a come sarebbe facile trasformarlo in un mezzo di controllo, magari con salario a cottimo, o peggio, l’occasione per contrarre i diritti faticosamente acquisiti, come le assenze per malattia, la maternità, le ferie e tanto altro.
Il secondo. I telefoni cellulari. Da strumenti di comunicazione, sono divenuti la base della vita quotidiana. Una recente ricerca mondiale, indica in oltre quattro ore la permanenza media a video degli utenti, se leviamo le ore di sonno, circa il 25% del tempo della nostra vita. In sostanza, la cosa più preziosa che abbiamo, il tempo, lo passiamo in buona parte con lo schermo del nostro cellulare, peraltro, tra messaggi quasi sempre inutili e banali, o “selfie” non di rado patetici, soprattutto quando realizzati con i “famosi” di turno, sperando che associare la nostra immagine alla loro, sia una sorta di valorizzazione. Purtroppo, tramite i cellulari, è talvolta possibile controllare i nostri movimenti, a volte, persino intercettare conversazioni e messaggi. Con buona pace della privacy e della libertà.
Il terzo. I droni. Sono ormai utilizzati per ogni evenienza, possono riprendere a distanze importanti, fotografare, registrare, copiare, intervenire, senza essere individuati. Potrei continuare a lungo, ma appare evidente che nella totale indifferenza, la tecnologia ha limitato la nostra libertà, senza coercizione, in modo incruento, ma invasivo.
Il 25 aprile è un’icona da tramandare, ci rammenta che la libertà è stata conquistata a prezzi altissimi, va difesa e protetta, gli attacchi dell’era moderna sono subdoli, invisibili, ma tremendamente efficaci e quindi pericolosi. Spetta a tutti noi vigilare, allertare, informare ed eventualmente reagire, la democrazia è troppo importante per abdicare.
Carlo Alberto Pari